Mio figlio ha 18 mesi. Frequenta il nido da 4 mesi ed è un bimbo sereno. Da circa un mese, quanto vado a prenderlo, mi è capitato di assistere al fatto che altri due bambini più grandi di un anno lo aggrediscono. Lo trovo piangendo, con dei piccoli segni sul corpo o faccia. Guardo dalla finestra e vedo che lo aggrediscono anche nella mia presenza. Ho fatto presente il problema alla direzione e mi hanno comunicato che è normale. Posso capire fino ad un certo punto…Oggi mi e capitato nuovamente. Ho aperto la porta e ho detto al bambino che picchiava il mio che non si fa così e che lo avrei detto alla sua mamma. La mamma mi ha ripreso che io non dovevo dire nulla a suo figlio. Se mai lamentandomi con la maestra. Ci tengo precisare che in quel momento la maestra tranquillizzava un’altra bimba aggredita dallo stesso bimbo. Cosa devo fare in queste situazioni? Preciso che so che avrei dovuto segnalare il fatto alla maestra ma in quel momento, visto che lei non faceva nulla, dovevo guardare mio figlio come viene aggredito? La mamma dell’altro bimbo ha preso le difese di suo figlio, ma non ha detto di fare pace con il mio o chiedere scusa come avrebbe dovuto fare. Attendo un parere e ringrazio in anticipo.
Luisa Vaselli
Salve cara signora, voglio dirle che comprendo il suo stato d’animo e anche la sua preoccupazione per il suo bambino, perché è vero che certi piccoli “picchiatori” possono esagerare e se non provocare traumi fisici veri e propri possono comunque spaventare il bimbo aggredito, disturbarlo e farlo piangere. Detto questo, è corretto che quando simili incidenti accadono a scuola siano le educatrici a gestirli, fa parte dei loro compiti. Sono d’accordo dunque con lei sul fatto che non sarebbe dovuta intervenire direttamente sul bambino, sarebbe stato di certo più opportuno rivolgersi alla mamma per capire insieme come agire affinché l’accaduto non si ripeta più. In generale, la cosa migliore da fare in questo caso è il non intervento. Due sono i motivi: i nostri figli imparano a difendersi, trovano delle alternative e imparano a gestire la loro forza. Questo vale però soprattutto se il bambino che aggredisce ha più o meno la stessa forza fisica del bimbo aggredito. Se intervengo in difesa di mio figlio, da buon genitore “spazzaneve” passo anche il messaggio che non è in grado di difendersi da solo. In secondo luogo, il non intervento permette al bambino di imparare a fronteggiare e superare le frustrazioni, diciamo che è un ottimo allenamento per il futuro, per non soccombere davanti a eventuali “no” della vita. Quindi controllo sì, attenzione sì, ma basta così. Cordialmente.
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