Mio figlio ha compiuto 12 mesi da pochi giorni. Da un po’ di tempo notiamo un suo atteggiamento a cui nn sappiamo dare spiegazioni…ci stringe e batte la testa sul nostro torace o sul divano o delle volte si dà delle pacche sulla testa. E’ un bambino molto sereno, piange raramente, seguiamo uno stile di vita semplice ed è sempre seguito soprattutto dalla mamma. Questo atteggiamento non capisco a quale emozione può essere accostato: sonno, felicità, dolore? Spero possa aiutarci.
Luisa Vaselli
Salve cara signora, la risposta è molto semplice e difficile nello stesso tempo, perché un comportamento come qullo che lei descrive può essere associato in egual misura a tutte le emozioni. I bambini sono fisici perché non sono in grado di dare un nome alle loro emozioni, cioè di di esprimerle con le parole. Quindi si affidano al movimento, che è l’unico strumento di cui dispongono per comunicare quello che provano, in bene o in male, in positivo e in negativo. Noi possiamo aiutarli di volta in volta a focalizzare i loro turbamenti, spiegando loro che cosa sentono. Per esempio, si può dire: “lo so, sei arrabbiato adesso”; oppure: “sei contento, vero, di uscire con la mamma?”. Si tratta quindi di intuire che cosa sta avvertendo il bambino in quel momento per poi descriverglielo con le parole. Quando batte la testa contro il vostro torace, senza dubbio siete in grado di capire se è allegro oppure no, se vuole manifestare rabbia o affetto, se è nervoso oppure stanco: indovinare cosa lo spinge a farlo può essere abbastanza facile osservandolo attentamente. Da parte mia è invece impossibile dare una spiegazione, dovrei proprio tirare a indovinare, perchè non ho davanti il bambino, non posso decifrare l’espressione del suo volto, che di fatto può essere eloquente più di qualunque frase. In ogni caso, quando il bambino compie quel gesto, qualunque ne sia il primum movens, è una buona idea abbracciarlo affettuosamente e poi, se non dovesse essere sufficiente per fermarlo, cercare di distrarlo, per esempio mostrandogli un giocattolo o prendendolo in braccio per guardare insieme fuori dalla finestra. Questo senza ovviamente smettere di cercare di capire da cosa nasce l’atteggiamento che vi preoccupa. Nel caso in cui il bambino continuasse a ripetere il gesto, può essere opportuno discuterne con il pediatra al quale spetta stabilire se è indicato o no chiedere un parere del neuropsichiatra infantile. Con cordialità.
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