Bimbo di 16 mesi che non parla

Dottoressa Daniela Biatta A cura di Daniela Biatta - Dottoressa specialista in Medicina generale Pubblicato il 21/10/2025 Aggiornato il 21/10/2025

Aiutare un bambino nello sviluppo del linguaggio significa, innanzitutto, creare un sano ambiente comunicativo, senza essere richiestivi, ma propositivi.

Una domanda di: Giulia
Sono la mamma di un bimbo nato a 34 settimane che adesso ha un anno e 4 mesi anagrafici. A livello di comprensione capisce tutto ciò che gli viene detto, ad esempio se gli dico "vai da papà" capisce, oppure "dammi quell'oggetto" lo dà o se gli fanno ciao lui risponde con la mano, indica e si fa capire in tutto ma non parla, non dice neanche mamma o papà. Se facciamo dei gesti ripete tutto, a livello verbale anche spesso ripete i versi che ascolta, però non dice ancora parole di senso compiuto: devo preoccuparmi oppure ogni bambino ha i suoi tempi e siamo ancora in un "range" ragionevole? Grazie mille.

Daniela Biatta
Daniela Biatta

Cara mamma,
la sua domanda pone due punti chiave: la prematurità e il ritardo nella produzione del linguaggio. Il fatto che suo figlio capisca tutti e faccia molti gesti incluso “ciao” con la mano è un segnale molto importante. Indica, infatti, la presenza di una buona comprensione e di un’intenzionalità comunicativa. Dal punto di vista specialistico, il primo passo è sicuramente quello di condividere le sue osservazioni con il Pediatra. Sarà lui, in base alla necessità, a indirizzarla presso il servizio di Neuropsichiatria infantile per una valutazione dello sviluppo globale o, parallelamente, da un Logopedista per un’analisi dettagliata delle competenze comunicative, linguistiche e prassiche. Sappiamo che a quest’età gli indicatori da osservare sono la capacità di comprensione (se è limitata ci si chiede: non ascolta? non ci sente?) e un’eventuale scarsa predisposizione all’imitazione.
In produzione, a 16 mesi ci aspetteremmo già le prime parole; per questo aspetto, sarebbe interessante capire cosa intende lei esattamente per “versi”.
Non utilizzerei il termine “preoccuparsi”, ma piuttosto il termine “agire”, ossia utilizzare le corrette strategie comunicative (che sicuramente starete già adottando) per stimolare l’emergere delle prime parole nell’ambiente familiare.
Quindi: leggete libretti illustrati insieme a lui; nominate ciò che fate e ciò che vedete soprattutto se sono cose che richiamano il suo interesse e la sua attenzione. Il momento del bagnetto o dei pasti è prezioso perché il contatto visivo è inevitabile. Utilizzi la parola corretta come risposta ai suoi tentativi (es. se fa “brum” dite: ”sì, la macchina!”) e valorizzate ogni sua intenzione comunicativa , sia gestuale che vocale.
Si ricordi che per aiutare un bambino nello sviluppo del linguaggio significa, innanzitutto, creare un sano ambiente comunicativo; inoltre, significa non essere richiestivi, ma propositivi, offrendo un linguaggio ricco, semplice, chiaro e pieno di emozioni. L’esposizione al linguaggio adulto è il primo fondamentale fattore di importanza. Un abbraccio.


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