Bimbo di 8 mesi che non ha (più) voglia di mangiare

Dottor Leo Venturelli A cura di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 28/01/2020 Aggiornato il 28/01/2020

Dopo lo svezzamento, è possibile che subentri un periodo di rifiuto delle pappe: una volta esclusi problemi di salute, conviene armarsi di pazienza e aspettare che passi.

Una domanda di: Chiara
Sono mamma di Enea che ha 8 mesi. Da quando ha iniziato lo svezzamento ha sempre mangiato con gusto e tanta voglia, fino ai primi giorni di gennaio.
Tornati dalle vacanze, non ha più voluto mettersi a sedere sul seggiolone, piange disperatamente appena vede il piatto con la pappa e neanche i cartoni animati per distrarlo sono utili.
Il pediatra ha trovato le papille gustative della faringe arrossate, in più ha avuto raffreddore, tosse, diarrea e febbre.
Ho notato che solo in quelle situazioni dove c’è più gente e quindi distrazioni, mangia tutta la pappa, ma durante la settimana siamo soli sia a pranzo che a cena.
È diventato davvero difficile farlo mangiare.
Non so se attribuire questo disagio al dolore che le papille gustative arrossate potrebbe causargli o se c’è anche una sfumatura psicologica nel suo rifiuto.
Cosa posso cambiare per migliorare la situazione e farlo tornare quel bambino felice di mangiare con la mamma, sul seggiolone?
Grazie anticipatamente.

Leo Venturelli
Leo Venturelli

Gentile signora,
è possibile che Enea stia mettendo i denti e ne sia infastidito come è anche verosimile che possano avere un peso i disturbi che ha manifestato di recente. E’ anche vero, però, che potrebbero entrare in gioco anche meccanismi psicologici, come lei giustamente ha ipotizato. Gli otto mesi sono un’età particolare, caratterizzata dalla comparsa della cosiddetta “ansia da separazione”, un sentimento angoscioso legato al timore di perdere la mamma e di non ritrovarla più. Non di rado questa emozione negativa si esprime proprio attraverso il rifiuto della pappa. In tutti i casi, l’atteggiamento migliore da tenere è quello di non insistere, di avere pazienza, di far trascorrere del tempo senza forzature. Si può naturalmente provare a invogliarlo permettendogli di prendere direttamente il cibo con le mani oppure assecondando il suo eventuale desiderio di assaggiare un primo o una pietanza che compare sulla tavola dei grandi (se è cucinata in modo opportuno rispetto alle esigenze nutrizionali di un bambino, quindi no fritti, no condimenti di origine animale, no salse elaborate o preparate con uova crude). Insomma, può tentare di interessarlo di nuovo al cibo sollecitando la sua curiosità: non è detto infatti che non ci sia in lui solo il desiderio di diventare più indipendente. Ma tutto questo vale solo a patto che continui a crescere, sia vivace, reattivo, e, più in generale, non dimostri segni di malessere. Se le sembra pallido, diverso dall’abituale, se perde peso ed è meno allegro del solito occorre consultare il pediatra. Mi tenga aggiornato, se lo desidera. Cari saluti.

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