Bimbo di tre anni con attacchi di rabbia: che fare?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Dottoressa Angela Raimo Pubblicato il 04/12/2019 Aggiornato il 09/12/2019

Pazienza, comprensione, disponibilità, affetto sono gli ingredienti che aiutano a contrastare le crisi di rabbia di un bimbo di tre anni. Ma comprendere la ragione di certe intemperanze è altrettanto importante.

Una domanda di: Camilla
Il mio bambino di 3 anni e 4 mesi da un po’ di tempo ha attacchi di rabbia molto forti, per motivi più o meno “importanti”. A volte basta solo che qualcuno chiami una cosa con un nome sbagliato, o che lui giudica tale, per farlo scattare, con una voce che non sembra nemmeno la sua e spesso esplodere. So che è un fenomeno tipico dell’età, ma sembra proprio che l’abbia investito una tempesta. Oggi, per fortuna va un po’ meglio, dopo giorni e giorni in cui era intrattabile e questi attacchi non davano tregua. Però, anche oggi pomeriggio, si è svegliato dal riposino arrabbiatissimo, continuando a sbattere i piedi sul letto e urlandomi di andare via, di andarmene fuori casa davvero. Ha continuato per almeno mezz’ora. Aggiungo che il mio bambino è figlio unico, abita solo con me, ma con il suo papà sono in ottimo rapporti e ci vediamo praticamente tutti i giorni, passando insieme mezza giornata. Per una serie di motivi, fra cui l’essere a casa dal lavoro e abitare in un bel posto di vacanza con un bel clima, per quest’anno ho preferito non iscriverlo all’asilo. Forse questo momento di crisi può esser stato causato anche dalla fine dell’allattamento, che il bambino ha sempre richiesto e ricercato in modo quasi prepotente, avvenuto per esaurimento. Il latte è sempre stato il suo calmante e la sua consolazione, non avendo mai voluto il ciuccio ed essendo sempre stato piuttosto nervoso. A tutto questo si aggiungono problemi e capricci quasi per tutte le attività di routine quotidiana: vestirsi, cambiarsi i vestiti sporchi, coprirsi quando si abbassa la temperatura, come scoprirsi quando fa più caldo. Fare la pipì, che trattiene per ore e ore, fino allo stremo, così che lo stato d’animo diventa sempre più alterato. Lavarsi mani, piedi, denti e soprattutto capelli, guai anche a toccarglieli e pettinarglieli. Problemi e capricci per uscire e tornare a casa, andare a letto.
Problemi e capricci per sedersi sul seggiolino in auto, quasi del tutto superati. Si stanno invece intensificando e aggravando quelli relativi al cibo,verso cui ha una specie di avversione.
Angela Raimo
Angela Raimo

Gentile signora,
a fronte di un attacco di rabbia è opportuno prima di tutto non sentirsi spiazzati, ma avere ben chiaro che la crisi dipende dal fatto che il bambino non riesce a esprimere meglio una sensazione di disagio che gli esplode dentro e che può essere dovuto a varie situazioni, tra cui non è da sottovalutare la separazione dei genitori che, comunque, rappresenta comunque un cambiamento importante. Fortunatamente lei e il papà del bambino andate d’accordo, tuttavia di certo il bambino avverte che voi tre non siete più famiglia come lo eravate prima della separazione e qualsiasi modificazione del quotidiano può turbare un bambino. Ma non voglio focalizzarmi troppo sulla separazione perché altre possono essere le ragioni di tutte queste intemperanze e capricci. Come trascorre la giornata questo bambino? Non andando alla scuola materna probabilmente non ha modo di frequentare i coetanei né di dedicarsi alle attività che vengono rpoposte dalle educatrici ai bambini che vanno all’asilo. Non mi ha detto nulla riguardo televisione, tablet, cellulare: quanto tempo trascorre il bambino davanti alla tv o con i video giochi? Più di un’ora al giorno può infatti accentuare nervosismo e irritabilità. Come dorme il bambino? Fa fatica ad addormentarsi? Ha un sonno disturbato? Si risveglia spesso? A volte la mancanza di sonno genera un circolo vizioso difficile da spezzare, ovvero carica il bambino di una tensione e di un nervosismo tali da diventare essi stessi le cause disturbanti del sonno. Per quanto riguarda ala crescita, sta avvenendo in modo regolare? Che tipo di alimentazione segue il bambino? Varia, bilanciata, povera di cibi spazzatura oppure è il contrario? Posto tutto questo, il modo migliore per gestire le crisi di rabbia è quello di avvicinarsi al bambino e con tono calmo e affettuoso dirgli: “Vedo che sei molto arrabbiato. Mi vuoi far capire perché, così ti aiuto a sentirti meglio in fretta?”. Dopodiché può essere una buona idea abbracciarlo, senza però insistere se non vuole (ma senza dargli peso quando le grida di andarsene di casa: fracamente penso che non abbia neppure la piena consapevolezza di cosa le sta chiedendo). In alternativa, sempre per la gestione della rabbia può prendere un pupazzo e dire: “Ecco vedi, il tuo orsacchiotto è molto molto arrabbiato con tutti gli altri giocattoli. Chissà cosa gli avranno fatto. Vogliamo chiederglielo?” o ancora si può provare a rimanere del tutto indifferenti alla crisi, proponendo al bambino un gioco da fare insieme (costruzioni o puzzle): spostare l’attenzione del bambino su altro può consentire alla sua collera di sbollire in fretta. Oltre ad attuare queste piccole strategie si deve comunque analizzare cosa ci può essere a monte di queste crisi, ovvero capire se appartengono solo al processo di affermazione di sé, di cui possono far parte anche le crisi di rabbia, o se invece esiste qualcosa che crea turbamento in suo figlio: un amichetto che lo disturba in classe per esempio, o un rapporto poco sereno con l’alimentazione, o un’atmosfera in casa non sempre piacevole o, ancora, l’abitudine di andare a letto la sera troppo tardi e quindi una carenza di sonno. Sono solo ipotesi, perché nonostante quanto mi ha riferito io non so nulla di questo bambino: i miei sono solo spunti su cui riflettere, In casi come il suo può essere di grande aiuto anche la lettura di piccole storie adatte all’età, perché favorisce il legame affettivo mamma-figlio, aiuta il bambino ad acquisire più parole e, quindi, a servirsi del linguaggio in modo più completo ed efficace (possibilità che potrebbe ridurre gli attacchi di rabbia), crea un clima disteso quindi rasserenante. Ci sono storie per bambini che raccontano come si svolge la giornata (alzarsi, fare colazione, vestirsi, lavarsi e così via e anche puzzle da comporre per riprodurre la sequenza delle azioni quotidiane: le consiglio di proporre al bambino sia le prime sia i secondi, per aiutarlo ad accettare meglio la routine giornaliera). Più in generale, in simili casi può essere una buona idea prendere in considerazione l’opportunità di inserirlo nella scuola materna, dove anche attraverso l’emulazione potrebbe iniziare ad assumere comportamenti meno critici a fronte dele piccole incombenze quotidiane che deve sbrigare (lavarsi, vestirsi e così via). Mi tenga aggiornata, se lo desidera. Tanti cari saluti.

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