Bimbo prematuro con rientranze intercostali: che fare?

A cura di Claudio Migliori - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 15/07/2025 Aggiornato il 15/07/2025

Se gli accertamenti eseguiti alla nascita di un prematuro escludono problemi anatomo-funzionali, è sufficiente che eventuali anomalie del torace, visibili ma non associate a particolari sintomi, vengano monitorate per alcune settimane. Dopodiché si potrà decidere se sottoporre il neonato ad altre indagini.

Una domanda di: Anna Valeria
Salve vorrei chiedere un’informazione. Mio figlio è nato prematuro a 35 settimane da parto gemellare spontaneo. Alla nascita ricovero in patologia neonatale per 20 giorni presenta da sempre rientramenti intercostali ma da svariate e approfondite visite non risulta nulla. Nel senso che non presenta difficoltà respiratorie in quanto oltre al movimento visibile non presenta sintomi quali frequenza cardiaca accelerata o saturazione non appropriata, non ha problemi di appetito, cresce, è attivo, ha un bel colore di pelle. Queste rientranze potrebbero quindi essere solo una sua caratteristica assunta e risolversi quindi semplicemente con la crescita senza avere cause? Grazie.

Claudio Migliori
Claudio Migliori

Buongiorno signora,
la conformazione anatomica del torace del neonato impone che, per l’attività respiratoria, tutto il lavoro muscolare sia ad esclusivo carico del diaframma. A differenza, quindi, di quanto accade nei bambini e negli adulti non entrano in gioco i cosiddetti muscoli accessori, ovvero gli intercostali.
Ciò significa che nel caso compaia un anche minimo incremento delle resistenze aeree, lo sforzo diaframmatico si palesi causando il rientramento degli spazi intercostali il cui tessuto muscolare non è in grado di opporre resistenza alla depressione intratoracica necessaria per “aspirare” aria dall’esterno tramite le vie aeree.
La nascita pretermine, ancor più se da gravidanza gemellare, può essere causa di una più o meno modesta rigidità del tessuto polmonare che richiede, quindi, al diaframma un maggiore sforzo per garantire l’adeguato scambio gassoso.
Nei casi più lievi, infatti, non si riscontrano difetti di ossigenazione o problemi correlati con l’eliminazione dell’anidride carbonica, perché il lavoro respiratorio, seppure aumentato rispetto alla norma, compensa la modesta rigidità parenchimale polmonare.
Se gli accertamenti eseguiti hanno escluso problemi anatomo-funzionali, riterrei opportuno limitarsi a seguire nel tempo il bambino controllandone l’evoluzione.
Orientativamente l’attività respiratoria dovrebbe tendere progressivamente alla normalizzazione. Una indicazione più precisa del quadro, al fine di decidere se dovessero essere necessari eventuali altri accertamenti, si potrà avere in occasione del raggiungimento dell’età corretta di 40-42 settimane, corrispondente circa all’epoca del termine della gravidanza.
Cordiali saluti.

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