Inizio oggi l’ottava settimana di gravidanza (dal giorno del concepimento che è avvenuto dopo una fiv/icsi.
Il 13 luglio sono stata ricoverata per 10 giorni perché ho avuto forti dolori al basso ventre e perdite ematiche rosse.
È stata diagnosticata un distacco amniocoriale abbastanza importante (non mi hanno dato né le misure né la percentuale) ma senza riscontrarne una causa in particolare, le mie analisi erano tutte buone.
Erano presenti due camere gestazionali (distacco importante per tutte e due le camere gestazionali) ma il battito cardiaco di uno dei due embrioni che era debole, dopo 3 giorni ha smesso di battere del tutto.
Secondo l’ultima ecografia di controllo (2 giorni fa) l’embrione rimasto si sviluppa normalmente e anche il battito cardiaco è regolare.
L’embrione che ha cessato di vivere si sta riassorbendo ma il distacco, anche se migliorato un pò, c’è ancora.
Ho avuto il parere di 2 ginecologi riguardo l’assunzione della cardioaspirina, per favorire o meno un migliore sviluppo di quella che diventerà la placenta, e hanno ciascuno un’opinione diversa.
Uno, cioè il dottore che mi ha seguita per la fecondazione assistita, dice che non è più il caso perché si doveva iniziare la seconda settimana di gravidanza. L’altro, il dottore dell’ospedale dove ero ricoverata, non era contrario e pensa che potrebbe aiutare a fortificare “l’attecchimento” (non so se è il termine adatto a questo punto della gravidanza).
Lei che ne pensa ? So che non si può sbilanciare troppo perché non ha tutti gli elementi per poter giudicare il mio caso ma non voglio una “prescrizione”, soltanto la sua impressione seconda la sua esperienza. Può aiutare al riassorbimento dell’ematoma e a favorire una guarigione, limitando una recidiva?
La ringrazio anticipatamente per avermi letto e per la vostra futura risposta.
Cordiali saluti.
Francesco Maria Fusi
Gentile signora,
premetto che una risposta al caso specifico non si può dare senza avere tutti gli elementi.
La cardioaspirina come antiaggregante ha un ruolo nel caso di anticorpi anti-fosfolipidi o di problemi immunitari che possano rendere più difficile la placentazione provocando microtrombi. In questo caso è utile. Se non ci sono però problemi immunitari può aumentare le perdite, rendendo più difficile il riassorbimento degli ematomi.
In linea di massima in un caso in cui c’è una gravidanza gemellare con perdita di un gemello ciò che agisce di più nel primo trimestre è il progesterone, magari associato ad acido lipoico.
Buona giornata.
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