Cesareo: se si vuole fare senza ragione medica è possibile?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 27/08/2024 Aggiornato il 27/08/2024

La modalità con cui partorire va concordata con il ginecologo curante, tenendo presente che il parto cesareo è quello gravato da maggiori rischi sia per la mamma (ad esempio emorragia) che per il neonato (ad esempio ipotermia, distress respiratorio). Di conseguenza meglio ricorrervi solo se davvero necessario.

Una domanda di: Rosa
In breve le spiego la mia storia. A dicembre 2023 ho una MEF A 35 settimane,le lascio immaginare il mio stato fisico e mentale. Marzo ho la prima mancanza, gravidanza ne cercata e neanche ahimè tanto voluta visto che non ho avuto il tempo di elaborazione del mio lutto. Gravidanza trigemina inizialmente con 2 sacche separate dove in una delle due si trovava un feto “trap” e un feto “pompa” che mi hanno lasciato alla 17 esima settimana. Adesso è rimasta lei, la mia Giulia che mi porta a vivere con l’ansia perenne… La mia domanda è: ” visto il mio vissuto fisico e psicologico posso avvalermi del diritto al parto cesareo? Le giuro che non avrei la forza fisica e mentale di avere un parto naturale dopo quello che ho vissuto… Preciso che sono anche diabetica tipo 2 ma sto affrontando la gravidanza come se fossi tipo1. Grazie per la risposta.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora,
la sua storia è veramente drammatica e mi sento inadeguata a risponderle: ogni mia risposta sarà comunque limitata e parziale.
Lei mi chiede rispetto al diritto di avvalersi del taglio cesareo e la cosa mi sembra perlomeno insolita.
Certamente esiste il taglio cesareo per richiesta materna e viene purtroppo praticato in molti centri, per quanto le linee guida raccomandino di evitarlo e di riservarlo ai casi strettamente indispensabili per ragioni mediche comprovate.
Questo si spiega non solo per contenere i costi sanitari, ma soprattutto perché il parto cesareo è quello gravato da maggiori rischi sia per la mamma (ad esempio emorragia) che per il neonato (ad esempio ipotermia, distress respiratorio).
Lei immagino sarebbe pronta a classificarsi nella eccezione che conferma la regola, dico bene?
Guardi, io credo che la modalità del suo parto vada discussa con il suo ginecologo curante, in modo da capire insieme quale sia la strada migliore per lei e per Giulia.
Teniamo anche presente un particolare: spesso noi facciamo tutti i programmi del caso e poi i figli decidono per noi la modalità del parto (uno che doveva nascere con cesareo programmato decide di nascere prima per via naturale o viceversa)…per certi versi comandano loro!
Inoltre un dato per me interessante è questo: nascono con meno complicanze dopo un taglio cesareo i bimbi le cui mamme hanno affrontato almeno in parte il travaglio del parto.
Questo perché le contrazioni uterine aiutano a “pulire” dal liquido amniotico i polmoni del piccolo e anche perché lo stress del travaglio mette in allerta il nascituro e lo rende più pronto ad adattarsi alla vita extra-uterina. Non sarà quindi fatica sprecata casomai dovesse mettersi in travaglio all’improvviso.
Spero di averle risposto, rimango a disposizione…forza e coraggio!

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