Cisti ependimale scoperta con l’ecografia in un bimbo di 7 mesi

A cura di Claudio Migliori - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 03/06/2024 Aggiornato il 03/06/2024

Una cisti ependimale individuata dall'ecografia va tenuta sotto stretto controllo perché può avere conseguenze gravi, nel caso in cui aumentasse di dimensione al punto da arrivare a comprimere le strutture cerebrali.

Una domanda di: Raffaella
Mio figlio ha quasi 7 mesi. Lo abbiamo sottoposto a una ecografia transfontanellare ed è emersa la presenza di una piccola cisti sotto ependimale di 18 mm. Volevo capire cosa
gli comporta e i rischi, grazie.

Claudio Migliori
Claudio Migliori

Buongiorno,
le cisti ependimali sono neoformazioni che si sviluppano autonomamente, ovvero senza una precisa causa, nell’ependima, cioè nella membrana che ricopre le pareti interne di alcune cavità del cervello. Il loro riscontro, in assenza di specifici sintomi, è spesso fortuito e avviene in occasione di esami ecografici o mediante risonanza magnetica eseguiti per altre ragioni (prematurità, sofferenza cerebrale perinatale, ecc.). Molto spesso tale situazione non produce sintomi o problemi, ma il suo riscontro impone uno stretto monitoraggio per via dell’eventuale crescita, al fine di prevenire le complicanze più gravi. Tra queste si annoverano convulsioni, paralisi, ritardo mentale, comparsa di deficit neurologici, alterazioni del campo visivo, del linguaggio, del ritmo sonno-veglia o della continenza.
Le complicanze sono il risultato della distorsione o della compressione delle strutture cerebrali prossime alla cisti e, in tali casi, il trattamento è chirurgico, ovvero comporta la rimozione della stessa. Altre volte, poi, la cisti può essere trattata con farmaci o mediante radioterapia.
Le cisti ependimali, quindi, sebbene siano rare e spesso misconosciute, qualora diagnosticate precocemente impongono una particolare attenzione da parte dei genitori e dei medici affinché si sia pronti a rilevare e gestire eventuali sintomi nel modo più efficace possibile, prevenendo le conseguenze e le complicanze.
Ritengo, quindi corretto, riferire tale situazione ad uno specialista neurologo che, previa valutazione del bambino, svilupperà il più adatto percorso di follow-up (controlli).
Cordiali saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Integrazione di progesterone dopo la 12^ settimana: è pericoloso sospenderla?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni.   »

Pianto poco vigoroso alla nascita: c’è da preoccuparsi?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Antonella Di Stefano

Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile.   »

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti