Clinica oppure ospedale per partorire? E tante altre domande

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 07/10/2020 Aggiornato il 07/10/2020

La competenza degli operatori ospedalieri e la loro capacità di gestire le emergenze sono senza dubbio al top.

Una domanda di: Veronica
Buongiorno dottoressa, grazie per la sua disponibilità e la sua risposta! Allora per quanto riguarda la cura che stavo facendo per l’emicrania il
neurologo mi ha consigliato di sospendere perché, come sa, nessun farmaco è privo di rischi e perché questa gravidanza si è fatta attendere quasi 5 anni. Speriamo che tutto procede bene anche senza farmaco. Per quanto riguarda il Nuperal me lo ha prescritto la ginecologa che mi segue. Nonostante mi conosca da anni non so perché ha ignorato questa avvertenza rispetto alle convulsioni, ma io ho preferito evitare un farmaco che potrebbe disturbarmi…. Per
cercare di tutelarmi il più possibile ed evitare quello che posso. Ma continuo ad avere difficoltà a mangiare, il nausil non funziona e neanche i
braccialetti per la nausea.
Ho provato a spezzare la fame con dei cracker o fette biscottate ma non è cambiato molto.
Quale farmaco o integratore mi consiglia a parte il Nausil? Quindi Biochetasi?
E un’altra cosa per favore, il parto è previsto con cesareo (perché ho un angioma cerebrale per cui il neurologo mi sconsiglia lo sforzo del parto, può essere pericoloso). Lei cosa mi consiglia di andare in ospedale o in clinica? Perché la ginecologa dove vado ultimamente non si è mostrata molto graziosa e lei si appoggia in clinica ma di buono c’è che tutto sommato mi conosce e mi farebbe partorire lei essendo anche chirurgo… Ma come dicevo ultimamente si è comportata un po’ male con me, dovrei andare in ospedale per sicurezza mia e del bambino? E anche rispetto alla situazione del CoVid cosa sarebbe meglio fare??
Il parto è previsto per fine aprile.
Grazie.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, la mole delle domande che mi ha posto mi ha un po’ messo a disagio: spero lei non sia troppo in ansia durante questa gravidanza così lungamente attesa! Mi ha colpito la motivazione del neurologo che le ha consigliato di sospendere i farmaci per l’emicrania dicendo che “nessun farmaco è privo di rischi”.
E’ vero, ci mancherebbe, ma infatti bisogna valutare sempre il rapporto rischio-beneficio che giustifica o sconsiglia l’assunzione di un certo farmaco in gravidanza. Questo uno specialista lo sa fare!
Rispetto all’emicrania, contiamo sul fatto che la gravidanza tende a ridurre la frequenza degli attacchi e quindi potrebbe non essere necessaria alcuna terapia. Rispetto alla nausea, direi che invece occorre certamente fare qualcosa per darle sollievo.
Potrebbe essere l’assunzione di Biochetasi. Potrebbe essere l’impiego di Nuperal, dipende da quanto gravi sono i suoi sintomi e se riesce o meno a idratarsi adeguatamente (altrimenti, rischia sia di avere stipsi ostinata, infezioni delle vie urinarie e persino alterazioni nella coagulazione del sangue!). Non voglio spaventarla ma aiutarla a capire la posta in gioco. Anche vivere è un rischio, dopo tutto, non crede?
Rispetto al luogo in cui partorire per lei che è candidata al taglio cesareo elettivo le direi di scegliere l’ospedale invece della clinica.
A mio avviso la competenza degli operatori ospedalieri è fuori discussione così come l’esperienza nel gestire le emergenze. Non sono in grado di dire altrettanto per chi lavori in clinica, credo bisognerebbe valutare caso per caso. C’è un investimento economico rilevante per il parto in clinica che non ritengo utile: anche in ospedale le donne che vanno incontro a taglio cesareo sono “servite e riverite”.
Piuttosto se l’idea di condividere una stanza con un’altra mamma e rispettivo neonato dovesse preoccuparla, in alcuni ospedali è possibile richiedere la stanza solventi dove può pernottare anche il marito (su divano letto). Credo questa seconda scelta sia un compromesso migliore della clinica, soprattutto perché non risulta a suo carico l’intervento chirurgico cui è destinata.
Riguardo al CoVid, direi che non ci sono particolari raccomandazioni, dal momento che tutte le donne che vengono ospedalizzate (a prescindere dal tipo di parto cui vanno incontro) vengono sottoposte a tampone specifico. Inoltre, ci auguriamo ora di aprile prossimo di vedere uno scenario in netto miglioramento (anche se per ora è giusto non abbassare la guardia!)
Spero di aver risposto alle sue domande, sono a disposizione se desidera!

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