Conizzazione: è normale che successivamente persistano perdite di sangue?

Dottor Gaetano Perrini A cura di Gaetano Perrini - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 27/06/2022 Aggiornato il 06/08/2023

In linea di massima, ci si deve aspettare che dopo l'asportazione chirurgica di lesioni presenti nel collo dell'utero si manifestino per un certo periodo perdite di sangue. Fermo resta che se si teme che il sanguinamento sia eccessivo o, comunque, anomalo è opportuno consultare lo specialista che ha effettuato l'intervento.

Una domanda di: Elena
Ho 47 anni e l’8 giugno sono stata sottoposta a conizzazione a causa di CIN 1 persistente da alcuni anni. Dopo l’intervento praticamente per una settimana non ho avuto perdite ma dopo 10 giorni mi sono arrivate le mestruazioni in anticipo di qualche giorno e dopo 8 giorni ho ancora perdite ematiche, anche se meno abbondanti rispetto ai primi giorni. Sono molto in ansia, le chiedo se è normale, se può essere dovuto a conizzazione o se mi devo preoccupare. Grazie.

Dottor Gaetano Perrini
Dottor Gaetano Perrini

Buongiorno signora, la conizzazione è un intervento che si pone come obiettivo il completamento diagnostico relativo alle lesioni presenti sul collo dell’utero e il trattamento delle stesse. A seconda delle tecniche utilizzate distruttive o a escissione (laser o radiofrequenza) o tecnica classica (bisturi a lama fredda) il decorso e gli esiti sono diversi. In linea di principio è normale attendersi in settima ottava giornata nelle tecniche distruttive o escissionali il distacco della “crosticina” con conseguenti perdite di muco misto a sangue, tipico della guarigione. Per meglio comprendere, l’intervento viene eseguito su una zona umida (mucose ) e poi non vengono applicati punti di sutura, pertanto la zona sottoposta a intervento recupera l’integrità nell’arco di 30-40 giorni, con la costituzione di un tessuto di granulazione che tende, in tutto questo periodo, a produrre secrezioni. Mi sembra pertanto che il decorso sia normale, fermo restando che se ha dei dubbi può sicuramente contattare il suo specialista di fiducia o chi ha effettuato l’intervento per chiedere conferma del regolare andamento del decorso post operatorio. Va da sé che rimane importante la valutazione istopatologica relativa alla biopsia conoide, per ottenere la diagnosi definitiva e capire se il trattamento ha fornito l’esito sperato. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Quale latte a 13 mesi se si smette di allattare al seno?

10/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Dopo l'anno di vita si può tranquillamente offrire il latte vaccino, meglio in tazza per evitare che il bambino ne assuma troppo.   »

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti