Coronavirus e bimbi in piscina: ci sono rischi?

Professor Matteo Bassetti A cura di Matteo Bassetti - Dottore specialista in Infettivologia Pubblicato il 13/07/2020 Aggiornato il 04/08/2020

Una cosa è certa: il Sars-CoV-2 non nuota libero nell'acqua delle piscine, per cui i bambini possono fare i bagni in piena sicurezza.

Una domanda di: Beatrice
Vorrei un vostro parare circa la sicurezza nel frequentare le piscine all’aperto (presso agriturismi o villaggi) con una bambina di un anno. Essendo lontani dal mare, ci piacerebbe trascorrere delle giornate in piscina: ma è sicuro fare il bagno in questo periodo di Covid? Grazie.
Matteo Bassetti
Matteo Bassetti

Gentile signora,
può portare senz’altro la sua bimba in piscina senza alcun timore. Può di certo anche farle il bagno, in piena sicurezza, poiché l’acqua delle piscine contiene cloro, un disinfettante potentissimo in grado di debellare l’eventuale presenza del coronavirus che, peraltro, mi creda, non nuota libero nell’acqua. In generale e a prescindere dalla recente pandemia e dalle paure che ne sono conseguite, in piscina vanno rispettate le comuni norma igieniche: usare le ciabattine al di fuori della piscina, al bar, negli spogliatoi, fare la doccia dopo il bagno, lavarsi le mani con la frequenza dettata dal buon senso. Per quanto riguarda la cuffia anche qui è una questione di opportunità: non c’è alcuna ragione per farla indossare ai bimbi molto piccoli, che hanno sempre capelli corti e radi, mentre è giusto che la usi chi ha i capelli lunghi e folti. Lo scopo della cuffia è infatti quello di impedire che i capelli, staccandosi dal cuoio capelluto, finiscano nell’acqua, come facilmente potrebbe accadere. E’ assurdo invece ritenere che sia da usare in un’ottica di prevenzione dal coronavirus. Buona vacanza, dunque.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti