Depressione post parto: che fare?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 03/06/2025 Aggiornato il 04/06/2025

A fronte di una diagnosi di depressione post parto è irrinunciabile intraprendere cure mirate, che consistono nella psicoterapia associata all'assunzione di farmaci ad hoc. Spetta comunque al medico pianificare la strategia più adatta al caso.

Una domanda di: Paola
Le scrivo con il cuore in mano. Mi rendo conto che la situazione mi stia ormai sfuggendo di mano. Sono mamma di due bimbe: la prima ha quasi 3 anni, la seconda 10 mesi.
Da ottobre, diciamo qualche mese dopo aver partorito, inizio ad avere pensieri negativi, rabbia, nervosismo, stanchezza fisica e soprattutto mentale. Dimentico le cose, ho dolori muscolari, alle mani, ai piedi, dappertutto... inizio a fare alcuni esami e il medico pensa a fibromialgia legata ad uno stress troppo intenso. Preciso che durante la seconda gravidanza viene diagnosticata alla mia primogenita una malattia genetica, questo mi porta a stare davvero tanto male, e a vivere la seconda gravidanza con ansia, paure, angoscia.
Io e mio marito effettuiamo i test genetici per paura che il nascituro abbia la stessa malattia, e grazie a Dio i risultati sono negativi. Tornando al discorso di prima, a fine ottobre inizio a soffrire di ansia, attacchi di panico, il mio medico suppone depressione e fibromialgia. È da qualche mese che sono seguita da una psicologa, che a mio parere non mi sta dando alcun miglioramento, inoltre il mio medico mi ha consigliato di intraprendere un percorso con psicofarmaci perché non sto più bene, sono sempre nervosa, arrabbiata, soffro di attacchi di panico. Inizio ad avere la sensazione di non amare più le mie figlie, che loro siano un peso per me, mi arrabbio spesso con la primogenita e a volte ho l'impressione di non amarla più, quasi come se fosse lei il problema e la causa del mio malessere perché da quando abbiamo saputo la notizia del suo stato di salute, io non mi do pace. Tutti i giorni è una lotta contro me stessa, contro i pensieri negativi... E non solo, devo occuparmi al 100 % della seconda bimba che ha 10 mesi. Non so più a chi chiedere aiuto, non so più perché ho questa forma di "odio" contro mia figlia, se è normale, o se forse non sono più in grado di crescere le mie figlie come una mamma dovrebbe.
La prego di aiutarmi, cosa dovrei fare? Perché provo questa sensazione di rabbia? Sono forse ormai al limite? Mi può aiutare lei? La ringrazio anticipatamente.

Angela Raimo
Angela Raimo

Cara mamma Paola,
nel titolo che ha dato alla sua email c’è la diagnosi del suo male: depressione post parto. Tutto quello che lei scrive e descrive è riconducibile a questo invalidante disturbo dell’umore legato anche alle modificazioni ormonali che caratterizzano i mesi dell’attesa e l’immediato periodo successivo alla nascita del bambino. Non deve sentirsi in colpa per quello che prova, per i sentimenti negativi che nutre perché sono sintomi di una malattia vera e propria che, come tale, richiede cure mirate. Il suo medico ha ragione: lei ha bisogno non solo di essere aiutata dalla psicoterapia, ma anche di assumere psicofarmaci mirati a combattere la depressione, probabilmente della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Ma perché non ha ascoltato il suo consiglio? Non deve avere paura dei farmaci che, se prescritti quando davvero servono, possono costituire la soluzione ai mali della mente. La strada che le ha indicato il suo medico è quella giusta… Naturalmente non posso essere io a darle a distanza psicofarmaci, lei ha bisogno di uno psichiatra che la segua e faccia la prescrizione corretta. Si confronti per questo anche con il suo medico di famiglia che a mio avviso ha ben presente il da farsi. A titolo informativo, le dico che in casi come il suo anche l’agopuntura può aiutare in quanto può migliorare l’energia psicofisica. Di certo lei non deve trascurare quanto le sta accadendo: gli attacchi di panico, l’ansia, i brutti pensieri sono campanelli d’allarme estremamente eloquenti a cui dare ascolto il prima possibile perché altrimenti c’è il rischio che la situazione si aggravi o, peggio, precipiti, come lei giustamente teme. Voglio davvero congratularmi con lei per la grande consapevolezza che ha dimostrato scrivendomi, per la precisione con cui ha riferito quello che prova, e non ultimo per la sua volontà di chiedere aiuto per ritrovare il suo equilibrio. Lei è una brava mamma e la sua apprensione, così come il suo desiderio di stare bene anche e soprattutto per le sue bambine, ne sono la più convincente tra le prove. Mi tenga informata, se le fa piacere, a me lo farebbe. Cari saluti.

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