Cara dottoressa,
sono una nonna di due nipotini: uno di sette, Giovanni; e uno di due anni, Marcello;. Da quando è nato il fratellino, Giovanni è molto cambiato: soffre di gelosia e non tenta neanche di nasconderlo. Noi tutti cerchiamo di fare il possibile per limitare il suo dispiacere ma non sempre ci riusciamo. Tuttavia se gli chiedo di dirmi perché è così dispettoso con suo fratello (e a volte anche violento) risponde che non sa dirlo e che gli dispiace essere così. In più, tra una crisi di gelosia e l’altra è molto attento al fratellino (il quale letteralmente lo adora): se cade lo soccorre e non accetta mai nulla se prima non è sicuro che venga offerta anche a Marcello. vengo al dunque: è già varie volte che mi chiede: Nonna ma tu vuoi più bene a me o a Marcello? Io rispondo: Voglio bene a tutti e due. Allora lui si rabbuia e dice : ma neanche un pochino di più a me? Mi basterebbe pochino di più. L’altra sera io gli ho risposto, e ho paura di aver sbagliato, che il mio bene era uguale per tutti e due ma che nei suoi confronti sentivo qualcosa di davvero speciale e unico in quanto lui è stato il mio primo nipotino, mi ha fatto diventare nonna quando non avevo neppure 50 anni e mi dà tanta gioia quando riusciamo a stare io e lui da soli e riusciamo a leggere il libro degli squali (che a Marcello non piace) oppure possiamo andare a mangiare il gelato (che Marcello ancora non ha il permesso di mangiare). Ho sbagliato? La prego mi consigli ….
Luisa Vaselli
Cara nonna, la gelosia è un sentimento naturale. Tutti lo abbiamo provato e lo proviamo.
Spesso purtroppo i bambini si sentono in colpa per questo sentimento.
La cosa da fare non è chiedere perché fa un sopruso al fratello, perché la risposta già la sappiamo. Più adeguato è dire: vedo che in questo momento sei geloso nei confronti di Marcello. Il tuo comportamento non è bello, ma capisco che sei geloso. Anche io sono stata gelosa; e si può raccontare qualche episodio. Questo fa sì che Giovanni si senta meno in colpa, giudicando il comportamento e non l’emozione.
Si può raccontare la storia di una gattina che prima era figlia unica e poi le è toccata in sorte una sorellina. Da quel momento è diventata dispettosa soprattutto con la sorella. Così la nonna non sapendo perché fosse diventata dispettosa, la portò dalla tartaruga saggia, la quale disse: è gelosia! E poi propose: fate così: quando la gattina sente la pancia in subbuglio può pronunciare una parola magica che deve inventare e mentre la dice vi dovete abbracciatevi forte. La gattina scelse la parola “latte” perché ne era golosa. Da quel giorno, grazie alla parola magica e agli abbracci, cominciò a trovare la sorellina molto più simpatica. Tu Giovanni che parola sceglieresti? E ti raccomando, usiamola ogni volta che serve!
Per quanto riguarda gli errori si fanno e si faranno la cosa importante spesso è anche seguire il cuore che ci indica la strada. In generale, è giusto far sentire ogni bambino speciale per la sua mamma, per il suo papà e per i suoi nonni.
Spero di esserle stata d’aiuto.
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