Sono incinta di 8 settimane + 5 giorni a seguito di ICSI e dal giorno del transfer sto seguendo al dí la seguente terapia: 2 ovuli di AMELGEN 400, 1
puntura di pleyris, 4 compresse di progynova, 1 prefolic, 1 XD3 e 1 puntura di Inixha 4000 per mutazioni trombofilia.
Il giorno di Pasquetta ho avuto delle perdite, non abbondanti, senza alcun dolore. Ero abbastanza tranquilla perché era successo, nello stesso periodo,
anche di mio figlio e perciò non sono andata in PS, ma me ne sono rimasta a riposo a casa e non sono andata al lavoro. Due giorni dopo però, mentre
andavo alla prima ecografia di controllo, in macchina ho avuto una severa emorragia senza alcun dolore e arrivata in ambulatorio ho pensato al peggio,
ma invece il bimbo stava bene e non c’erano segni di distacco. Il mio ginecologo mi ha fatto fare subito una puntura di lentogest e messa in maternità anticipata.
Sono ritornata a casa abbastanza tranquilla sperando non accadesse più. Nonostante ciò mi sono messa a riposo, facendo solo lo stretto necessario.
La domenica successiva sono andata a pranzo dai miei e seppur stando sempre attenta e a riposo, ad un certo punto ho iniziato ad avere dolori, non
forti, al basso ventre come se dovessi fare aria ma non riuscissi, poi arriva l’emorragia. Il ginecologo non mi ha voluta comunque visitare e mandare in PS, mi ha fatto
solo ripetere il lentogest. Gli ho chiesto se secondo lui poteva esserci stato un distacco, lui mi disse che ci poteva stare ma che non avrebbe avuto senso andare in PS perché tanto ritiene che la mia terapia è la migliore e che più di questo non avrebbero fatto in ospedale. Preciso che queste emorragie abbondanti durano il tempo di pochi minuti e poi si bloccano e nei giorni successivi non ho perdite di alcun tipo. Questa volta però, rispetto alla scorsa emorragia, da quel momento e nei
giorni successivi sentivo un senso di pesantezza al basso ventre e ogni tanto qualche doloretto e la sensazione di dover stare seduta. Ho cercato di ascoltare il mio corpo stando a riposo il più possibile. Passano 4 giorni ed è tutto tranquillo, io sempre a riposo tra sedia e divano. Arriviamo a giovedì, alla mattina esco per fare le analisi, accompagnata in macchina da mia madre. Arrivata a cena inizio a sentire dei dolori come il ciclo, non forti, ma fastidiosi, davanti e dietro la schiena. Tempo qualche
minuto di nuovo emorragia abbondante. Questa volta il ginecologo mi consiglia di andare in PS perché lui era fuori e non poteva vedermi subito.
Trovano un distacco di oltre 3 cm: mi dicono che il bimbo sta bene, ma il distacco è significativo e non promette molto per il futuro. Mi ricoverano.
Della terapia della giornata mi mancava solo l’ovulo di AMELGEN, lo faccio presente ma mi danno invece per bocca 2 pasticche di projefikk da 100
(quindi la metà di quanto avrei dovuto assumere). Mi sono preoccupata che mi cambiassero la terapia nonostante il centro e il mio ginecologo mi avessero
detto che era fondamentale che proseguissi la terapia senza modificarla. Il giorno successivo il medico di turno mi ha detto che stavano valutando di
togliermi l’eparina per permettere al sangue di poter creare il tappo per iniziare la guarigione, ma hanno chiesto parere anche al centro e al mio
ginecologo che invece sono stati entrambi contrari alla sospensione per via della mia trombofilia aggravata dalla terapia estrogenica, quindi alla fine
hanno mantenuto la terapia inalterata. Ieri mattina, non avendo più avuto perdite, mi hanno dimessa, subito dopo aver fatto un’altra ecografia. Il medico sperava di vedere un segno di riorganizzazione, ma invece niente, situazione non peggiorata ma nemmeno migliorata.
Nel frattempo tornata a casa scopro di avere un’infezione urinaria asintomatica da escherichia coli, così ho iniziato Augmentin per 5 giorni.
Tornata a casa non so come comportarmi, nel senso che se fosse per il mio ginecologo potrei avere una vita riguardata ma normale, mentre io sento
l’esigenza di dover stare distesa perché quando sto in piedi sento sempre quel senso di pesantezza al ventre e pavimento pelvico come se stesse per
scendere qualcosa da un momento all’altro. So, come mi hanno detto in ospedale che le nuove linee guida non prevedono l’immobilizzazione, ma mi
hanno comunque indicato il riposo a casa. Io ogni tanto mi alzo, ma il tempo che passo distesa è praticamente quasi totale…secondo lei è pericoloso
nonostante io prenda l’eparina? Questa cosa mi preoccupa perché non so se sbaglio.
Oltretutto secondo lei l’eparina “rema contro” la riparazione?
Altra domanda che le faccio è: se il mio ginecologo nei giorni scorsi mi disse che più di così non avrei potuto fare, il fatto che nonostante il
riposo relativo si fosse creato un significato distacco, non vuole dire che forse ora è meglio che mi riguardi ancora di più? Quindi restare più distesa
possibile?
Grazie per la sua risposta.
Sono veramente preoccupata perché non voglio mettere in pericolo il bimbo e
me, ma nessuno mi dice chiaramente cosa posso e non posso fare e per quanto
tempo.
Elisa Valmori
Salve signora, chissà se riuscirò a rispondere a tutte le sue domande al meglio!
Intanto le faccio i miei complimenti se riesce a seguire la terapia che le è stata prescritta: veramente impegnativa!
Quanto al dosaggio di Progesterone, ammetto che ero abituata a protocolli differenti che prevedevano “solo” 600 milligrammi/die dello stesso, frazionati in 3 ovuli vaginali al dì. Quindi non penso siano stati imprudenti i colleghi che le hanno somministrato solo 200 milligrammi quella sera in cui era ricoverata.
D’altra parte, ogni specialista ha la sua personale visione del mondo e…più ne consulta, più pareri diversi ascolterà: la medicina non è una scienza esatta.
Può essere in effetti che l’eparina “remi contro” la riparazione del distacco, ma d’altra parte non possiamo proprio rischiare di lasciarla scoperta avendo lei questa mutazione trombofilica e l’indicazione a stare a riposo (non assoluto, però, ma relativo certamente sì).
Mi permetto di osservare che il senso di peso pelvico che la induce a stare più riguardata ultimamente, potrebbe essere correlato all’infezione da Escherichia Coli e che mi aspetto possa migliorare grazie alla terapia antibiotica con Augmentin.
In gravidanza è molto facile andare incontro ad infezioni delle vie urinarie, quasi sempre sostenute da germi di provenienza intestinale (Escherichia Coli o Enterobacter faecalis per esempio) per colpa del transito intestinale rallentato per via del progesterone (sia sintetico che naturale).
Attenzione quindi a curare la dieta e l’idratazione, eventualmente aiutandosi con qualche massaggio addominale o tecniche di rilassamento e respirazione (ad esempio il training autogeno, lo Shiatsu o il Pilates) che possano aiutarla ad essere più regolare anche con l’intestino e perchè no? a evitare che l’allettamento prolungato le porti in dono anche il mal di schiena. Anche l’assunzione di probiotici (fermenti lattici) può essere utile sia ora per via del trattamento antibiotico che nel prosieguo della gravidanza, per prevenire nuove infezioni a carico del tratto genito-urinario.
In merito alla domanda se lei debba riguardarsi di più di quanto fatto finora per facilitare la guarigione del distacco, direi di non preoccuparsi: di sicuro sta già abbastanza riguardata e sacrificata se non va a lavorare e si limita tra le mura domestiche.
Direi che è molto saggio continuare a fare quello che mi ha descritto: “ascolto il mio corpo cercando di stare a riposo il più possibile”.
Credo che insieme ai farmaci che sta assumendo non si possa fare nulla di più e di meglio per questa delicata e preziosissima gravidanza.
Sono contenta che lei abbia già un figlio: è più capace di leggere i sintomi buoni o sospetti della gravidanza dato che ci è già passata in precedenza.
Spero di averle risposto e di averla rassicurata, abbia pazienza: il primo trimestre è più impegnativo dei successivi.
La abbraccio a distanza, cordialmente.
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