Disturbi psichici in vista della PMA

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 12/05/2023 Aggiornato il 12/05/2023

Quando si sta per intraprendere un percorso di procreazione medicalmente assistita è più che opportuno non trascurare eventuali problemi della sfera psichica e non solo ricorrendo a farmaci mirati, ma anche rivolgendosi alla psicoterapia. Molto spesso è solo l'associazione tra i due approcci che consente di stare davvero meglio.

Una domanda di: Angela
Salve dottoressa, le scrivo perché sono preoccupata e dubbiosa. Sto affrontando il percorso della PMA, sono alla mia terza, ma ho dovuto interrompere prima del transfer in quanto ho iniziato a soffrire di ansia e disturbo ossessivo compulsivo (da quando cerco la gravidanza è il terzo anno di fila che succede). Ora assumo Daparox da 30 e Xanax da 0.50 3 volte al giorno: sono farmaci che posso prendere in gravidanza? Dovrò abbassare immagino le dosi. Sto aspettando che sparisca questa ansia, ma sono 5 mesi che continua, il mio medico vorrebbe cambiare farmaco, ma ho paura degli effetti. Ho bisogno di essere tranquillizzata perché è una cosa che mi fa tanto soffrire. Grazie, cordiali saluti.

Angela Raimo
Angela Raimo

Cara signora, ci sono psicofarmaci che si possono prendere in gravidanza e la paroxetina (Daparox) è uno di questi. Il dosaggio deve essere quello minimo che però assicura il beneficio: questo significa che in nessun caso si deve diminuire la dose in maniera arbitraria, né è opportuno sottodosare il farmaco, col rischio di non ottenere più l’effetto voluto. In generale (cioè come indicazione di massima che non può valere nel singolo particolare caso) in gravidanza la paroxetina può essere assunta nella dose di 20-40 mg al giorno. Per quanto riguarda invece gli ansiolitici, cioè le benzodiazepine (il Xanax nel suo caso) non danneggiano il bambino in utero, però possono provocargli dipendenza e, quindi, sintomi di astinenza dopo la nascita, tra cui irritabilità, disturbi del sonno, agitazione, vomito, diarrea. Per evitare un simile rischio si considera opportuno che la futura mamma ne sospenda l’uso, soprattutto dopo il secondo trimestre. Possono essere sostituiti con un altro farmaco ad azione ansiolitica: la Quetiapina. Tutto questo, ripeto, vale a titolo generale, ci tengo a sottolinearlo, io da remoto non posso certo suggerirle di assumere alcunché: è irrinunciabile che lei si affidi a uno psichiatra che, possibilmente, prenda le varie decisioni relative ai farmaci in accordo con il ginecologo curante. Il fai-da-te con gli psicofarmaci è sempre pericoloso, a maggior ragione in gravidanza. Da parte mia, mi sento di dirle che affiancherei comunque alla terapia farmacologica una psicoterapia: è importantissimo infatti che lei sia seguita anche da un punto di vista psicologico, perché i disturbi della sfera psichica molto difficilmente possono essere risolti solo con le medicine. Mi scriva ancora se lo desidera. Tanti cari saluti.

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