Dolori vaginali dopo una minaccia di aborto

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 19/08/2019 Aggiornato il 18/07/2024

Le fitte a livello vaginale, dopo una minaccia di aborto, potrebbero non essere significative in relazione all'andamento della gravidanza.

Una domanda di: Barbara
Salve io vorrei alcuni chiarimenti in merito…sono in attesa di cinque settimane mercoledì sono stata all’ospedale per una minaccia di aborto (perdite rosate): il ginecologo mi ha riscontrato uno scollamento e per questo mi ha consigliato riposo e progesterone 200 mattina e sera. Ora le perdite ematiche non vi sono più come prima, così i dolori al basso ventre ma ciò che mi spaventa è altro: ho dolori costanti all’interno della vagina come se fosse stata battuta con martello e rimasta indolenza. Mi scusi l’esempio ma non sapevo come spiegarlo. Sono preoccupata perché prima del 26 agosto non potrò effettuare visita poiché la mia ginecologa non c’è. Dovrei allarmanti? La ringrazio anticipatamente per una sua risposta.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, capisco la sua preoccupazione e la sensazione di eternità che la separa dal 26 di agosto ma direi che queste fitte che lei avverte a livello vaginale non costituiscono un pericolo per la sua gravidanza.
È possibile che la sensazione che lei avverte sia la diretta conseguenza delle stesse contrazioni uterine che hanno causato il distacco. Ad ogni modo ora, tra il riposo ed il progesterone ovuli che sta applicando, la situazione è tornata sotto controllo, visto che sono cessati sia le perdite ematiche che i dolori pelvici. Provi ad interpretare i dolori a livello vaginale come il “lavoro” che il suo corpo sta facendo per assorbire al meglio gli ovuli vaginali di progesterone (a proposito: non ha allergie a farmaci o ad eccipienti, vero?), così da tenere l’utero rilassato e facilitare il buon proseguimento della gravidanza stessa.
Se alle fitte vaginali dovessero associarsi delle perdite di muco, potrebbe valere la pena, a giudizio del suo ginecologo curante, di effettuare un tampone vaginale per escludere processi infettivi latenti.
Spero di averla aiutata, a disposizione se desidera, cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti