Dubbi sull’assunzione di acido folico

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 16/11/2022 Aggiornato il 16/11/2022

La raccomandazione generale rivolta alle donne è di assumere acido folico per l'intero periodo pre-concezionale fino almeno al termine del primo trimestre di gestazione.

Una domanda di: Alessandra
Salve, mi hanno riscontrato la presenza di due copie di A1298C in MTHFR. Dagli esami ematici risultano attualmente i seguenti valori: – acido folico 15.4 ng/ml (>3.5) – omocisteina totale 6.3 umol/l (5.1 – 15.4) – vit. B12 453 pg/ml (187 – 883) Considerando che i valori rientrano nella normalità e che ho in progetto di cercare una gravidanza, volevo sapere se nella supplementazione dell’acido folico pre-concezionale e durante i primi mesi sia sufficiente un dosaggio da 400 mcg al giorno o se sia opportuno ricorrere a dosi più elevate arrivando a 5mg, data la mutazione in omozigosi. Inoltre, iniziare un mese prima di cercare una gravidanza è adeguato per ridurre il rischio di difetti al tubo neurale o è consigliabile cominciare ancor prima? Ci sono pareri contrastanti in merito, fino ad arrivare ai 3 mesi precedenti. La ringrazio molto. Salve, mi hanno riscontrato la presenza di due copie di A1298C in MTHFR. Dagli esami ematici risultano attualmente i seguenti valori: – acido folico 15.4 ng/ml (>3.5) – omocisteina totale 6.3 umol/l (5.1 – 15.4) – vit. B12 453 pg/ml (187 – 883) Considerando che i valori rientrano nella normalità e che ho in progetto di cercare una gravidanza, volevo sapere se nella supplementazione dell’acido folico pre-concezionale e durante i primi mesi sia sufficiente un dosaggio da 400 mcg al giorno o se sia opportuno ricorrere a dosi più elevate arrivando a 5mg, data la mutazione in omozigosi. Inoltre, iniziare un mese prima di cercare una gravidanza è adeguato per ridurre il rischio di difetti al tubo neurale o è consigliabile cominciare ancor prima? Ci sono pareri contrastanti in merito, fino ad arrivare ai 3 mesi precedenti. La ringrazio molto
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, la sua domanda mi ha costretto ad approfondire il tema dell’acido folico che non è così scontato come potrebbe apparire (personalmente, sono abituata a raccomandarlo alle donne che iniziano a cercare una gravidanza, preventivando che andrà assunto al dosaggio di 400 microgrammi al giorno, se possibile lontano da the e latticini, per tutta la fase di ricerca e almeno il primo trimestre della gravidanza stessa).
Nel suo caso specifico, però, c’è questa mutazione omozigote del gene MTHFR ossia Metil-tetra-idro-folato-reduttasi.
Questo gene è importante appunto nella metilazione dell’acido folico (serve nella conversione del 5,10-metilen-tetraidrofolato in 5-metil-tetraidrofolato, una molecola che consente la rimetilazione dell’omocisteina in metionina, tramite l’intervento della vitamina B12 come cofattore).
Il problema sorge nel momento in cui questo gene è alterato e non utilizza correttamente l’acido folico.
La buona notizia è che anche nei soggetti portatori in omozigosi (ossia in duplice copia) della sua specifica mutazione, è comunque garantita un’attività enzimatica pari al 60% del normale.
Non basta aumentare il dosaggio di acido folico per correggere il difetto enzimatico: occorre by-passare l’ostacolo fornendo una forma di acido folico già “metabolizzata”.
Sarebbe quindi a mio avviso utile nel suo caso la supplementazione con il 5-metilfolato o Quatrefolic (600-800 microgrammi/die) per attenuare i possibili rischi sia della carenza di acido folico, che dell’accumulo dello stesso in caso di integrazione ad alti dosaggi.
Allego il link di uno schema che mi sembra chiaro sul tema:
https://www.laerbium.com/approfondimenti/quatrefolic-lacido-folico-di-4a-generazione/
Nel suo caso, non sono presenti carenze né di acido folico né di vitamina B12 e anche l’omocisteina è nella norma.
Presumo che questo sia anche merito della sua alimentazione corretta (l’acido folico si trova nelle verdure a foglia verde che consumiamo crude, tipicamente un bel piatto d’insalata).
Spero di averle risposto e che lei possa presto coronare il suo sogno di diventare mamma. Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti