Dubbi sull’immunoprofilassi anti RH

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 12/07/2023 Aggiornato il 12/07/2023

L'immunoprofilassi non va effettuata prima della 28° settimana, a meno di effettuare la diagnosi prenatale invasiva (amniocentesi) in quanto la procedura implica il rischio di passaggio di sangue dal circolo fetale a quello materno.

Una domanda di: Giulia
Sono all’inizio della 14^ settimana di gravidanza e dalle ultime analisi fatte (15 giorni fa) il test di Coombs risultava negativo. Il mio gruppo sanguigno è 0 – quello del mio compagno A+. Avendo effettuato anche il test del Dna fetale di recente e avendo richiesto anche di conoscere l’Rh fetale, quest’ultimo è risultato essere +. Volevo chiederle: è necessario effettuare da subito l’immunoprofilassi anti-d (e quale sarebbe la procedura per la richiesta) o posso continuare a ripetere il test di Coombs ogni mese e poi alla 28esima settimana eseguire il vaccino? Se il test di Coombs dovesse risultare positivo alle prossime analisi, sarebbe troppo tardi poi per eseguire l’immunoprofilassi? La ringrazio in anticipo.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, ottima domanda la sua. Guardi, già a otto settimane di gravidanza i globuli rossi fetali esprimono il fattore Rh (se il bimbo è di gruppo positivo, naturalmente) ma la circolazione materna e quella fetale rimangono separate grazie al filtro placentare che nel primo e nel secondo trimestre è per così dire impermeabile. Nel corso della gravidanza i pori presenti nei villi coriali della placenta (quelli che garantiscono gli scambi di nutrienti da mamma a bimbo e degli scarti da bambino a mamma) si allargano e può accadere che alcuni globuli rossi fetali finiscano nel circolo sanguigno materno (motivo per cui si effettua l’immunoprofilassi dalla 28° settimana di gestazione). Questa iniezione serve proprio per scongiurare l’eventualità che la mamma sviluppi gli anticorpi contro il fattore Rh, dato che mette in circolo degli anticorpi appunto contro il fattore Rh, così che neutralizzino gli eventuali globuli rossi fetali “clandestini”. Dopo l’immunoprofilassi il test di Coombs indiretto su sangue materno sarà inevitabilmente positivo, ma entro due o tre mesi si negativizzerà nuovamente. Ecco perché con tutta probabilità lei dovrà ripetere anche dopo il parto l’iniezione. Non ha invece indicazione ad effettuarla prima della 28° settimana, a meno che scelga di sottoporsi a diagnosi prenatale invasiva (amniocentesi per intenderci) in quanto questa procedura implica il rischio di passaggio di sangue dal circolo fetale a quello materno. Spero di averle risposto e di averla rassicurata: per fortuna conoscendo il rischio della isoimmunizzazione Rh saranno presi tutti i provvedimenti del caso per evitare che questa evenienza capiti proprio a lei. Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Gravidanza che non inizia in allattamento, dopo 4 mesi di tentativi: che fare?

16/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Le gravidanze non si avviano premendo un interruttore. Ci possono volere mesi di tentativi prima di iniziarne una, soprattutto se si sta ancora allattando perché se è vero che l'allattamento al seno non assicura la contraccezione, lo è altrettanto che può rendere più difficile concepire.   »

Gravidanza e antidepressivo sospeso dalla psichiatra: è l’indicazione corretta?

16/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

L'antidepressivo paroxetina è perfettamente compatibile con la gravidanza e anche con l'allattamento al seno, quindi non è necessario sospenderlo quando si è in attesa di un bambino e a conferma di questo esiste un'ampia documentazione scientifica.   »

Ridatazione della gravidanza: c’è da preoccuparsi?

11/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Non c'è nulla di cui preoccuparsi quando la gravidanza viene ridatata, specialmente se la differenza tra l'epoca calcolata in base alla data dell'ultima mestruazione e le misure rilevate dall'ecografia è di appena una settimana.   »

Fai la tua domanda agli specialisti