Il risultato relativo al sesso del bambino, ottenuto grazie al test sul DNA fetale circolante nel sangue della madre, non è influenzato da quanto accaduto durante un precedente parto.
Una domanda di: Chiara
Durante il mio primo parto due anni e mezzo fa mi è
stata spezzata la placenta all’interno e questo ha fatto sì che il sangue di
mio figlio si mescolasse al mio e mi fu detto che in caso di seconda
gravidanza avrei dovuto ripetere le analisi per verificare che il tutto
fosse tornato a posto altrimenti questo avrebbe potuto comportare la morte
del feto in grembo essendo il mio primo figlio rh negativo. Ora sono in
attesa di 13 settimane ed ho effettuato il vera test e mi chiedevo può
incidere sul risultato del sesso questo episodio?
Cristiana De Petris
Gentile signora,
credo che abbia fatto un po’ di confusione.
Probabilmente sta parlando di eritroblastosi fetale, una condizione in cui gli anticorpi materni (mamma Rh negativo) distruggono i globuli rossi fetali (feto Rh positivo). Durante la prima gravidanza non si sviluppano complicanze, il problema si presenta nelle gravidanze successive, nelle quali gli anticorpi materni attraversano la placenta distruggendo i globuli rossi fetali e scatenando l’anemia emolitica.
Se, come penso, durante la prima gravidanza si è verificata questa condizione, sicuramente con il “Vera test” ha richiesto anche il fattore Rh fetale (per vedere se il feto è Rh positivo o Rh negativo).
Non capisco però per quale ragione lei ritiene che l’accaduto possa influire sul risultato del sesso del bimbo: non c’è alcun collegamento tra le due cose. Con cordialità.
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