E’ rischioso usare il telefonino con il bimbo in braccio?

Dottor Aldo Messina A cura di Dottor Aldo Messina Pubblicato il 08/12/2020 Aggiornato il 11/01/2021

Nulla è stato (ancora) dimostrato circa le conseguenze a cui può andare incontro un piccolino esposto alle onde elettromagnetiche prodotte dal telefono cellulare, ma la prudenza suggerisce di non tenerlo vicino mentre si usa lo smartphone.

Una domanda di: Maria
Ho un figlio di 4 mesi che tengo spesso in braccio, nella fascia.
Siccome faccio un uso molto frequente del cellulare, sia per chiamate sia per navigare in Internet, spesso il bimbo sta vicino al cellulare mentre io lo utilizzo. Mi chiedevo se questo può aver causato danni o aumento di rischio di tumori o altri problemi. Grazie.
Aldo Messina
Aldo Messina

Sento di doverti ringraziare, gentile mamma.
L’argomento che proponi è certamente attuale. I possibili rischi per un neonato, derivanti dall’esposizione alle onde elettromagnetiche prodotte dal telefono cellulare, rappresentano un argomento coinvolgente visto oltretutto che, in tempi di lockdown (in italiano, tragicamente, “confinamento”) e di conseguente smart working (o lavoro agile), è frequente usare mezzi di comunicazione che utilizzano queste onde mentre a casa si assista anche il proprio bambino.
Devo però subito premettere che, se scarsi ( e non sempre affidabili!) sono gli studi sulle conseguenze dell’esposizione elettromagnetica da cellulare negli adulti, ancor più scadenti sono i dati relativi a bambini e neonati, non essendo previsto dalle linee guida che questi utilizzino tali mezzi di comunicazione.
Stando al lavoro di P Gandh et Al ( Exposure limits: the underestimation of absorbed cell phone radiation, especially in children ) sembrerebbe che sull’argomento sia stato elaborato un documento dalla Federal Communications Commission (FCC) ma che lo stesso non venga impiegato per certificare i telefoni cellulari. Eppure negli Stati Uniti, la citata FCC è l’organo preposto a determinare le massime esposizioni somministrabili. Molti Paesi, in particolare i membri dell’Unione Europea, utilizzano invece le “linee guida” della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), che è comunque un’agenzia non governativa.
Questi lavori affrontano il tema dell’esposizione alle radiofrequenza (RF) per la testa dei bambini che, in quanto tale è, ovviamente, più piccola di quella dell’adulto.. Questa, stando agli autori, sembra presentare un tasso di assorbimento che, per un bambino di 10 anni (nessuno si è occupato di neonati), raggiunge anche il 153% in più di quello degli adulti . Quando si considerano, invece, le stimolazioni da campi elettrici, l’assorbimento della testa di un bambino può essere due volte maggiore e dieci volte per il midollo osseo.
Pertanto, sembra essere necessario un nuovo processo di certificazione che preveda le diverse modalità di esposizione in base alle dimensioni della testa ed alle proprietà dei tessuti.
Come già fatto in altro articolo su questa rivista, tengo a enfatizzare il possibile danno alla salute determinato dall’impiego dei cellulari(spesso in queste occasioni due più) nelle auto con a bordo bambini( e adulti!). Le autovetture in questi casi si trasformano in gabbie di Faraday!
In definitiva gli studi sull’uso del telefono mobile cellulare, quando, a poca distanza, soggiorni un bambino o, peggio, un neonato, sono numericamente poco convincenti ma proprio per questo forse sarebbe meglio attuare comportamenti prudenti, utilizzando il cellulare ad almeno un metro di distanza dal bambino.
Occorre sempre considerare che non sempre ciò che non sia scientificamente dimostrato sia frutto di suggestione. Con cordialità.

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