Ecografia, mammografia, autopalpazione: ecco le indagini per il seno

Dottor Claudio Ivan Brambilla A cura di Claudio Ivan Brambilla - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 11/02/2020 Aggiornato il 24/02/2020

Scoprire tempestivamente la presenza di un nodulo maligno nella mammella salva la vita. Tre sono le indagini che lo permettono.

Una domanda di: Laura
Vorrei cortesemente un’informazione: vorrei sottopormi ad una mammografia, al centro analisi mi hanno proposto di eseguire, oltre la
mammografia, anche un’ecografia al seno. Vorrei sapere perché eseguire tutti e due gli esami insieme, la mammografia non è completo come esame? Qual è la
differenza tra i due esami? Grazie mille per la risposta.

Claudio Ivan Brambilla
Claudio Ivan Brambilla

Gentile signora,
l’ecografia, esame che viene condotto utilizzando gli ultrasuoni, serve a individuare l’eventuale presenza di noduli e dà informazioni sul loro
contenuto, che può essere solido o liquido. Non può sostituire la mammografia e l’autopalpazione, ma può comunque essere utile. Diciamo che
completa l’indagine mammografica. Si consiglia di eseguirla una volta all’anno a partire dai 25 anni, se si è a rischio di tumore della mammella per
questioni di familiarità (mamma, nonna, sorella che sono state colpite dal tumore alla mammella), altrimenti una volta all’anno a partire dai 30 anni.
L’ecografia non ha alcuna controindicazione e non produce nessun tipo di fastidio. La mammografia è una radiografia della mammella che, attraverso l’impiego
dei raggi X, permette di individuare precocemente la presenza di un tumore maligno. Serve inoltre per avere informazioni sulla natura di un nodulo eventualmente individuato grazie all’autopalpazione o all’ecografia. Dovrebbe essere effettuata da tutte le donne a partire dai 40 anni di età, ogni 1-2 anni(o comunque alla cadenza indicata dal medico curante). Prima di quest’età non fornisce informazioni precisissime, perché la consistenza del seno non consente di visualizzare la ghiandola mammaria in modo del tutto chiaro. Nonostante questo, alle donne predisposte
al tumore del seno per questioni di familiarità (madre, nonna o sorelle colpite) o interessate da mastopatia fibrocistica viene consigliato di sottoporsi alla mammografia a partire dai 35 anni. L’esame non può essere effettuato in gravidanza, ha una durata di circa 10 minuti e produce un leggero fastidio, dovuto alla compressione esercitata sul seno dall’apparecchiatura.
La terza indagine da effettuare regolarmente sulle mammelle è l’autopalpazione, un mezzo che può davvero portare a una diagnosi precoce. Il suo scopo è di permettere di scoprire noduli da sottoporre poi tempestivamente all’attenzione del medico. Andrebbe effettuata dai 25 anni in avanti, ogni uno-due mesi, 10 giorni dopo l’inizio del flusso mestruale, quando il seno è più morbido. Ecco come si esegue: in piedi, davanti allo specchio, con le braccia tese prima lungo i fianchi e poi in alto sopra la testa, osserva attentamente il tuo seno, allo scopo di
individuare l’eventuale presenza di infossamenti o sporgenze irregolari. Sdraiata sul letto, tocca con decisione il seno sinistro con la mano destra
e viceversa. Mentre esegui la palpazione l’altro braccio va tenuto piegato, mentre la mano va posizionata sotto la testa.
Sempre sdraiata, tenendo la mano estesa e le dita vicine, sposta i polpastrelli su tutta la mammella (compresa la piega sotto-mammaria). Il movimento deve essere breve e circolare.
Seduta, continua la ricerca di eventuali noduli o indurimenti tastando con i polpastrelli il prolungamento ascellare della mammella e tutta l’ascella.
Ritornando alla sua domanda, è più che giusto che lei si sottoponga a entrambe le indagini, come le è stato proposto, perché così potrà essere
certa di ottenere informazioni precise sulla salute del suo seno. Con cordialità.

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