Embrione con battito lento: c’entra il valore delle beta?

A cura di Augusto Enrico Semprini - Professore specialista in Ginecologia Pubblicato il 09/07/2024 Aggiornato il 09/07/2024

Una volta individuato l'embrione con l'ecografia, il valore delle beta non è più rilevante. E l'eventuale brachicardia fetale non è automaticamente segno di esito sfavorevole della gravidanza.

Una domanda di: Susy
Salve, in caso di battito lento a 7 settimane la beta aumenta? Cioè il valore della beta influisce sul battito? Grazie.

Augusto Enrico Semprini
Augusto Enrico Semprini

Cara Susy,
l’unità embrioplacentare ha due dinamiche biologiche completamente differenti.
Il tessuto placentare è resistente ad elevato indice replicativo, anche in condizioni di scarsa ossigenazione e nutrimento.
L’embrione è invece delicato, fragile e quindi è possibile avere segnali non rassicuranti sul fronte fetale, la ridotta frequenza dell’attività cardiaca e, allo stesso tempo, una progressione dell’attività placentare.
Per mie scelte cliniche da quando ho un riscontro ecografico, in base a quanto le ho detto, abbandono i dosaggi che sono ben poco informativi, a favore di una valutazione clinica ed ecografica.
In alcuni casi nonostante la bradicardia che è stata osservata, le gravidanze proseguono e il feto risulta del tutto sano.
Questo è il mio augurio, nell’altro caso sa che consiglio sempre, se la gravidanza si interrompe, indagini volte a identificare la presenza di un eventuale sbilanciamento cromosomico. Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti