Febbre che non scende dopo l’antibiotico: che fare?

Professor Giorgio Longo A cura di Giorgio Longo - Professore specialista in Pediatria Pubblicato il 12/02/2024 Aggiornato il 12/02/2024

Nella stragrande maggioranza dei casi la tosse accompagnata da febbre, che rappresenta un sintomo frequente tra i bambini, passa spontaneamente senza che siano necessarie cure particolari.

Una domanda di: Simona
Salve, mio figlio di sei anni è da Natale che non riesce a guarire da una tosse con catarro. Ha fatto due cicli di antibiotico (augmentin 2 volte al
giorno) uno nel periodo natalizio e uno a gennaio, terminato esattamente il 28/01, dopo qualche giorno ricompare la febbre, chiamo di nuovo il pediatra e
mi dice di non dare nulla per due tre giorni per vedere se la febbre scende. Ha preso nel frattempo dei mucolitici. Da giovedi a domenica ha avuto febbre
poi lunedi lo porto dal pediatra che mi dice che c’è un piccolo focolaio di bronchite e mi prescrive il macladin per 10 giorni e aerosol. Lui
complessivamente sta bene mangia, beve e la notte non tossisce. La cosa che mi preoccupa e che dopo tre giorni ancora febbre a 37.9/38.4 do la
tachipirina all’occorrenza. Cosa devo pensare?
Giorgio Longo
Giorgio Longo

Cara signora,
le infezioni respiratorie ricorrenti (IRR) sono tali perché, appunto, rincorrono una dietro l’altra. Da studi fatti per misurare questo problema è stato evidenziato che mediamente, all’età di suo figlio, ci si deve aspettare da 7 a 10 episodi all’anno e questo comporta (sempre da questi studi) che un bambino passi all’incirca 140 giorni all’anno con la tosse. Se non bastasse, quest’ultimo inverno in tutte le regioni d’Italia le IRR sono state molto più frequenti dell’atteso, si ipotizza per effetto del Covid e degli interventi di contenimento dell’epidemia, anche se non ve ne è la certezza. Detto questo, ogni episodio nel suo decorso tipico comporta, accanto a qualche giorno di febbre (in media 3 giorni) più o meno alta, che ci sia inizialmente una tosse secca e che a questa segua una tosse “grassa” (con catarro). Quest’ultima può durare più di quanto si creda (o si spera o ci si attenda), perché se a 10 giorni la metà dei bambini è guarito, a tre settimane uno su dieci ha ancora il catarro. Poi il pediatra aggiusterà la terapia su questi elementi, (e sull’ansia e le preoccupazioni dei genitori) anche se, nella maggior parte dei casi, non servirebbe far nulla s enon attendere che la situazione si risolva spontaneamente. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dubbi sulla paternità: si può risalire al giorno del concepimento?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Stabilire quale rapporto sessuale tra quelli affrontati in uno stesso mese abbia determinato il concepimento sarebbe un azzardo. Solo lo specifico test, eseguito in laboratorio, può indicare con certezza l'identità paterna.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

Inofolic o Chirofert per favorire l’ovulazione?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Gli integratori che migliorano l'attività delle ovaie hanno tutti un effetto interessante, tuttavia è sempre consigliabile non assumerli di propria iniziativa ma sempre e solo su indicazione del ginecologo curante, al quale spetta stabilire quando davvero servono.   »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti