Un ritardo nella crescita del bambino, riscontrato nel secondo trimestre, rende opportuno tenere la gravidanza monitorata con estrema attenzione.
Una domanda di: Chiara
Gentile professoressa,
in riferimento alla sua risposta alla mia precedente email vorrei gentilmente chiedere una precisazione. Cosa si intende per:
“considerare con prudenza un ritardo di crescita a 24 settimane”?
Grazie molte.
Anna Maria Marconi
Gentile signora, la crescita del feto in utero è supportata dalla placenta che gli invia nutrienti ed ossigeno. Nella prima metà della gravidanza, la placenta raggiunge la sua piena crescita e, come dimensioni, è più grande del feto. Dopo la 24° settimana circa, la situazione si inverte e, mentre la placenta smette di crescere e inizia un processo di maturazione che prosegue fino al termine della gravidanza e le consentirà di sostenere lo sviluppo del feto, questo inizia a crescere in modo esponenziale, fino al termine. Per questo motivo la maggior parte dei ritardi di crescita avvengono nel terzo trimestre, se la placenta fatica a soddisfare le esigenze del feto. Quando un ritardo di crescita compare già dalla 24° settimana, può significare che un certo squilibrio sia già iniziato e la situazione dovrebbe essere monitorata con attenzione. Con cordialità.
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