Forame ovale pervio e ischemia talamica: meglio il cesareo o il parto naturale?

A cura di Augusto Enrico Semprini Pubblicato il 02/06/2023 Aggiornato il 02/06/2023

In presenza di forame ovale pervio e di una precedente ischemia talamica, va ponderata con attenzione la modalità con cui è opportuno avvenga il parto.

Una domanda di: Eleonora
Ho 39 anni, ho la sindrome da anticorpi antifosfolipidi e il forame ovale pervio (anomalia congenita del cuore n.d.r.). Nel 2014 ho avuto un’ischemia talamica (è una lesione del cervello n.d.r.) e oggi sono al sesto mese di gravidanza in cura con Enoxaparina e Cardirene150. Volevo sapere qual è il metodo di parto consigliato con le mie patologie. Se è più indicato il parto naturale o il cesareo. Grazie molte.
Augusto Enrico Semprini
Augusto Enrico Semprini

Cara Eleonora, forame ovale pervio e una pregressa ischemia talamica non sembrano presupposti adatti per una fase espulsiva. Se fosse sotto le mie cure discuterei con lei a fondo, se non vi è un grande desiderio di parto per via vaginale, la scelta di un cesareo elettivo a 38 settimane e qualche giorno Usa farmaci di riconosciuta efficacia per ridurre aggregazione e coagulazione e quindi dovremmo stare tranquilli durante questi ultimi mesi di gravidanza. Il rischio di sanguinamento al parto è un po’ aumentato e la via cesarea permette di controllare meglio un eventuale situazione di perdita di sangue eccessiva. Quindi le due istanze da valutare sono il suo desiderio di parto vaginale e le caratteristiche della nascita addominale per via cesarea. Ne deve parlare con i colleghi che l’hanno in cura e io rimango volentieri a disposizione per qualsiasi considerazione. Cari saluti.

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