Fratelli: l’ordine di nascita influisce sulla personalità?

Dottoressa Nicole Bianchi A cura di Nicole Bianchi - Dottoressa specialista in Psicologia Pubblicato il 03/11/2017 Aggiornato il 31/07/2018

Essere figli minori, maggiori o di mezzo lascia una traccia indelebile nello sviluppo del bambino e nella sua vita futura.

Una domanda di: Virginia '80
Gentile dottoressa,
scusi la domanda che forse troverà sciocca, ma che mi sta molto a cuore. Un po’ di anni fa avevo letto che il figlio di mezzo (su tre figli) è sempre più problematico degli altri, proprio per una questione di “gerarchia”. Che non è ne carne né pesce: non è il primo, più autorevole, non è l’ultimo, più coccolato, quindi diventa bizzarro per ritagliarsi un suo ruolo. Le spiego al ragione di questa domanda: ho due figli maschi, uno di 5 anni (Luca) e uno di due (Marcello). Quello di due ha dimostrato fin da subito un temperamento singolare: è molto volitivo, fa sempre di testa sua, vuole essere costantemente al centro dell’attenzione, a differenza del primo che è dolce e timido. Io e mio marito vorremmo un terzo bambino ma temiamo che questo peggiori le caratteristiche di Marcello, in quanto lo trasformerebbe nel “figlio di mezzo”. Sono solo paranoie?
Grazie davvero.

Dottoressa Nicole Bianchi
Dottoressa Nicole Bianchi

Cara Virginia,
nella sua lettera sottolinea un aspetto fondamentale della successione dei figli all’interno dello stesso nucleo familiare, ovvero come fratelli nati dagli stessi genitori possano essere tanto dissimili. Grazie a Luca e Marcello lei ne ha un esempio lampante sotto gli occhi.
L’ordine di nascita lascia una traccia indelebile nello sviluppo del bambino e nella sua vita futura. Frank J. Sulloway ha trattato a lungo l’argomento, riportando evidenze di come la competizione tra fratelli determini la formazione della personalità. Inoltre, l’autore identifica la famiglia come un “microsistema biologico” in cui ogni figlio cerca di scavarsi una nicchia nella competizione per ottenere l’attenzione e l’approvazione dei genitori.
Ma non per questo motivo, Virginia cara, avrà modo di salvaguardare i suoi figli da dinamiche a cui sono inevitabilmente esposti nella crescita e nella propria definizione, sia che rimangano in due, sia che decida di avere un altro bimbo.
La famiglia è un micro-mondo in cui si ha la possibilità di definire il proprio ruolo nella società e nella vita di tutti i giorni ed ha, per questo, un compito molto speciale e prezioso! Dunque, le faccio molti auguri per la sua variegata famiglia, qualsiasi cosa deciderà di fare.
Per approfondimenti ulteriori sull’argomento, le suggerisco la lettura di “Fratelli maggiori, fratelli minori” di Frank J. Sulloway.

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