Dubbi sulla PMA

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 14/11/2017 Aggiornato il 14/11/2017

Quando ci si rivolge alla procreazione medicalmente assistita, può essere importante poter contare sul supporto di uno psicologo. Per quanto riguarda le varie procedure e cure, occorre avere fiducia nei medici a cui ci si è affidati.

Una domanda di: Virginia
Buongiorno, mi chiamo Virginia e ho 40 anni.
Per 5 anni ho tenuto sotto controllo il mio ipertiroidismo da Morbo di
Basedow ma a marzo 2016 ho dovuto togliere tutta la tiroide per passare alla
levotiroxina.
Ho già fatto tre icsi senza traccia di impianto, una eterologa con pochi
giorni di beta positive e tra poco farò una ovodonazione.
Il mio ginecologo è convinto che la mia autoimmunità richieda il cortisone
ma a me fa male.
Da notare che l\’ho assunto per due icsi e non ha influito sull\’esito.
Di recente è subentrato l\’accertamento di una mutazione genetica che
predispone alla trombofilia e il ginecologo ipotizza che sia anche questa la
causa del mancato attecchimento.
Vorrei sapere che ne pensate del cortisone in preparazione all\’ovodonazione
e vorrei anche un supporto psicologico nell\’affrontare anche questo impegno
(libri, riviste, articoli da leggere o professionisti nella mia città,
Messina)
Grazie

Claudio Ivan Brambilla
Claudio Ivan Brambilla

Cara lettrice, inizio con rispondere alla sua ultima domanda: nei centri in cui si effettua la procreazione medicalmente assistita operano anche professionisti che danno il loro supporto sotto il profilo psicologico. Ed è proprio questo che rappresenta un valido aiuto: ne parli con il suo ginecologo curante per farsi indirizzare in tal senso. Per quanto riguarda gli insuccessi a cui è andata incontro, non si arrabbi ma ci stanno: il successo non è mai garantito al 100% , magari fosse così, avremmo risolto il problema della difficoltà di concepire ….. Sicuramente nei colloqui avuti prima di iniziare il percorso di PMA le avranno detto quali le probabilità di riuscita per il suo specifico caso. E’ corretto che dopo i suoi 3 tentativi di icsi non riusciti si sia passati alla ovodonazione: è la prassi che prevede di procedere per gradi e per numero di tentavi. E veniamo ai farmaci: non avere la tiroide non è un problema, la terapia che sta facendo supplisce egregiamente il lavoro della ghiandola e impedisce che la sua mancanza sia di intoppo alla ricerca della gravidanza. Il cortisone serve per bloccare eventuali reazioni autoimmuni che potrebbero impedire il prosequimento di una gravidanza, nel momento in cui si dovesse instaurare. Se che assume le procura fastidi o addirittura, come dice lei, genericamente le fa male ne parli col suo medico: di prodotti a base di cortisone ce ne sono tanti e il suo medico potrà trovare un’alternativa valida ed efficace, con meno effetti indesiderati. Per quanto riguarda la modificazione del suo profilo trombofilico menomale che è stata evidenziata la mutazione perché questo consentirà ai colleghi di evitarne gli effetti negativi sull’impianto, mediante la prescrizione di farmaci specifici che saranno loro a selezionare. Non si scoraggi, cara Virginia, guardi con fiducia verso quanto la attende, non abbia timore di esprimere i suoi dubbi al ginecologo che la seguirà e non esiti a rivolgersi a uno psicologo per meglio affrontare l’intera situazione. Mi tenga informato. Un abbraccio.

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