Giulia mangia troppo poco!

Dottoressa Luisa Vaselli A cura di Dottoressa Luisa Vaselli Pubblicato il 29/05/2018 Aggiornato il 01/08/2018

Una cosa è certa: nessun bambino si lascia morire di fame, quindi se il piccolo non mangia abbastanza non occorre insistere. Mangerà al pasto successivo, quando di sicuro avrà più appetito.

Una domanda di: Alessandra
Buongiorno, sono la mamma di Giulia nata a 36 settimane. Oggi ha 7 mesi
di vita la mia domanda è riguardo la sua alimentazione. Premetto che è
una bimba serena e molto sorridente, gioca e interagisce con la famiglia e
gli amici ma fa tante storie per mangiare. Il biberon non lo vuole nemmeno
vedere, mangia solo col cucchiaino ma pochissimo, per esempio, salta la
colazione non c’è modo di farle aprire la bocca. Ho provato latte e biscotti,
yogurt, merende pronte, latte e crema ai cereali, frutta, ma non ne vuole sapere
Vorrei qualche consiglio per poterla aiutare meglio. Grazie mille.
Luisa Vaselli
Luisa Vaselli

Cara mamma,
il rifiuto del cibo è spesso legato alla fase di crescita del bambino. Orientativamente intorno agli 8-9 mesi inizia la fase di distacco dei bambini dalla madre, il piccolo si avvia a una lenta e graduale autonomia. L’alimentazione fa parte della relazione tra bambino e adulto, non è un aspetto della vita staccato dal resto. A partire dai 7-8 mesi è importante lasciare che il bambino pasticci con il cibo, per prendere confidenza con esso e iniziare a portarlo alla bocca in modo autonomo, per trarre piacere non solo dal saziarsi ma anche dal gesto stesso. Le abitudini alimentari dei bambini dipendono in gran parte da ciò che percepiscono e vedono intorno a loro. Nei primi anni di vita i bambini imparano per imitazione. Se il genitore sorride mentre mangia un alimento il piccolo sarà propenso egli stesso ad assaggiare. Dire ad un bambino “mangia l’arancia perché ti fa bene” non ha nessun senso per lui, è molto più invitante ad esempio dire “ buona quest’arancia ha proprio un bel colore!”. Il timore che un bambino non mangi abbastanza è infondato, sarebbe opportuno preoccuparsi per la questione opposta.
Una ricerca americana ha dimostrato che un bambino riesce ad autoregolarsi, occorrerebbe che le mamme imparassero a fidarsi dei loro bambini, permettessero loro di mangiare le quantità di cibo che desiderano senza ansia.
Il pasto dovrebbe essere un momento piacevole, durante il quale tutta la famiglia si riunisce con la televisione spenta. Così primi e pietanze possono cominciare a esercitare più attrattiva.
Detto ciò è bene ricordare che ogni bambino ha i suoi tempi, continui con perseveranza a mettere a tavola con voi la piccola, a proporle quanto preparato con un sorriso e poi le permetta di esplorare cosa c’è nel piatto. Non esiste bambino al mondo che si lasci morire di fame.
Spesso un atteggiamento particolarmente ansioso della mamma all’ora dei pasti può generare nel bambino un comportamento di rifiuto del cibo.
Si deve inoltre, più semplicemente, prendere in considerazione l’ipotesi che la bambina non abbia tanta fame e in questo caso sarebbe particolarmente sbagliato insistere. In generale, non si deve ricorrere a espedienti per far mangiare il bambino: no ad aeroplanini, corse per casa con piatti ( in questo modo si investe il piccolo di un potete eccessivo di controllo nei confronti dei genitori), niente lusinghe, niente promessi (se mangi questo farai quello)n né ricatti (se non mangi questo non farai quest’altro). All’ora dei pasti si deve mangiare, io adulto propongo il piatto a te bambino. Se tu, bambino, rifiuti di assaggiare, io, adulto, con un bel sorriso ti tolgo il piatto da davanti, senza ansia, senza spaventarmi, senza supplicarti di ripensarci. Sorrido perché non è successo nulla e so perfettamente che quanto avrai fame mangera. Con cordialità.

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