Gravidanze “biochimiche” dopo una gravidanza andata a buon fine

A cura di Stefania Piloni - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 07/09/2023 Aggiornato il 13/09/2023

Le gravidanze biochimiche, ovvero che vengono rilevate dal test che si effettua nel sangue o nelle urine ma si interrompono prima che sia possibile individuare l'embrione con l'ecografia, non sono particolarmente preoccupanti, soprattutto nel caso in cui la donna abbia già avuto figli.

Una domanda di: Francesca
Premetto che sono in crisi e non riesco a vedere una luce dopo i fatti che mi sono successi. Nel 2020 ho avuto gravidanza, mai nessun problema, terminata con parto cesareo per presentazione podalica. Nel 2023 a inizio luglio test hcg positivo, molto felice, pochi giorni dopo sanguinamenti e alla visita ginecologica mi viene detto “gravidanza biochimica “. Riprovo subito, senza aspettare 1 ciclo (me ne prendo la responsabilità), di nuovo test positivo e dopo pochi giorni crampi con sanguinamenti. Il ginecologo alla 2 visita mi ha detto che è tutto a posto e di aspettare 2 cicli e riprovare ma io sono terrorizzata dal fatto che possa risuccedere. Non è opportuno fare degli esami? Grazie.

Stefania Piloni
Stefania Piloni

Cara signora, prima di tutto vorrei specificare che si parla di gravidanza biochimica o meglio di aborto biochimico quando la gravidanza si interrompe prima che sia visualizzabile con l’ecografia. Il termine “biochimico” sta a indicare che la gravidanza, prima di interrompersi, ha fatto in tempo a essere rilevata (test positivo) grazie all’individuazione (nel sangue o nelle urine) dell’ormone gonadotropina corionica umana, meglio noto come beta h-CG. Gli aborti biochimici sono frequenti e non sono particolarmente preoccupanti:  idealmente, se non si facesse il test di gravidanza fin dal primo giorno di ritardo delle mestruazioni o, come spesso accade, prima ancora del ritardo, si potrebbe addirittura non venirne a conoscenza. E questo vale soprattutto se la donna, come nel suo caso, è già madre di un bambino: il suo corpo è in grado di avere una gestazione e lo ha già dimostrato con la nascita di suo figlio. Di solito, in situazioni come la sua, si esegue una cura di progesterone per sostenere la gravidanza che inizierà: è una buona terapia antiabortiva, ma naturalmente ne deve parlare con il suo ginecologo curante, a cui spetta la prescrizione. Le ricordo di assumere l’acido folico: una compressa da 400 microgrammi al giorno per tutto il periodo che precede il concepimento e almeno fino al termine del primo trimestre: l’acido folico è prezioso per la prevenzione della spina bifida nel bambino. Cari saluti.

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