IgM dubbie per toxoplasmosi: c’è da preoccuparsi?

Dottor Claudio Ivan Brambilla A cura di Claudio Ivan Brambilla - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 27/12/2024 Aggiornato il 27/12/2024

Le IgM dubbie non danno certezze né in un senso né nell'altro: per avere la sicurezza della negatività del test c'è solo un modo: ripetere l'esame.

Una domanda di: Chiara
Sono alla decima settimana della terza gravidanza, anche le scorse volte ero risultata recettiva alla toxo per cui ho iniziato subito a fare attenzione, non mangiare alimenti crudi lavare spesso le mani ecc. Ho ritirato gli esami del primo trimestre, le IgG sono negative (< 3), le IgM con un metodo 6.6 per cui dubbie ( da 6 a 8 dubbie), verificate con il secondo metodo nuovamente negative 0.08 ( < 0.55). La mia ginecologa pensa non ci sia un’ infezione in atto e mi farà ripetere l’esame a 15 giorni, ma io ho molta paura, perché nessuna delle altre volte mi erano mai capitate IgM dubbie. Posso capire lei cosa ne pensa e da cosa possono essere portate? Grazie mille.
Claudio Ivan Brambilla
Claudio Ivan Brambilla

Cara signora, le IgM sono i primi anticorpi che l’organismo produce quando viene a contatto con un agente infettivo. Il loro valore positivo indica quindi che si è sviluppata un’infezione. Nel suo caso però tenderei a escludere questa possibilità visto che dopo un risultato dubbio, così definito perché appunto non dà certezze né in un senso né nell’altro, il test ha dato esito negativo. Le IgG sono negative come appunto ci si aspetta sia perché rappresentano la memoria immunitaria cioè sono gli anticorpi che si formano a infezione guarita e che rimangono nell’organismo, impedendo che si ammali di nuovo della stessa malattia che ne ha determinato la produzione. Che dirle di più? Concordo con il parere della sua ginecologa che ritiene non ci sia da preoccuparsi ma come lei giudico opportuno per estrema sicurezza ripetere comunque il test. Lei è in ottime mani, mi creda. Cari saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti