Indagini genetiche: meglio farle dopo due gravidanze non finite bene?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 08/09/2023 Aggiornato il 08/09/2023

Dopo una gravidanza e un parto non andati a buon fine può essere opportuno sottoporsi a indagini genetiche, che possono essere prescritte dal ginecologo.

Una domanda di: Alessandra
Dopo una gravidanza patologica terminata alla 37^ settimana con il nostro santo volato al cielo dopo 1 ora e venti, ho avuto un aborto
spontaneo all’ottava settimana. Durante la prima gravidanza mi hanno effettuato l’amnioriduzione e confermato che la patologia riguardava 1 caso ogni 15.000 e che la
riproducibilità dello stesso caso era dell’uno per cento, per cui non hanno ritenuto opportuno effettuare altre indagini sui miei genitori.
Per questa seconda gravidanza mi hanno detto che al primo aborto non si effettuano ulteriori indagini, ma nonostante tutto, noi vorremmo cercare di fare il possibile (ovviamente per quello che riguarda la parte umana) per evitare che possa succedere di nuovo.
Mi hanno parlato di eventuale cardioaspirina e acido folico. Oltre che di effettuare tampone e fare indagini genetiche/cromosomiche.
Mi saprebbe dare indicazioni in merito? Sono esami che dovrebbe prescrivere un ginecologo?
Grazie per la disponibilità.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, che storia burrascosa che mi ha riportato in poche righe!
È riuscita a farmi intravedere tutto il dramma della sua prima gravidanza e di questo bimbo che avrà dato tante lacrime ma anche una forza inaspettata di non arrendersi e lasciare che la Natura facesse il suo corso, con la certezza che ora questo angioletto veglia sulla vostra famiglia dal Cielo.
Rispetto alla domanda che pone, direi che avrebbe a mio avviso senso effettuare delle indagini anche dopo un solo aborto spontaneo, in quanto segue una gravidanza patologica.
A mio avviso potrebbe essere interessante una visita con il genetista (alla luce della seconda gravidanza esitata in aborto spontaneo) in modo da capire se sia il caso o meno di effettuare il cariotipo su voi genitori o altro tipo di indagini.
Anche il ginecologo può prescrivere indagini genetiche (come ad esempio il cariotipo ossia il numero di cromosomi di voi genitori), a patto che vi rilasci un consenso informato apposito insieme alla ricetta con la prescrizione dell’esame.
Quanto alla cardioaspirina, c’è chi la prescrive anche dopo un solo aborto spontaneo, a scanso di equivoci, in quanto non comporta rischi particolari e allo stesso tempo fluidifica il sangue materno e facilita così gli scambi mamma-bambino a livello placentare.
Sul tampone vaginale e/o cervicale direi che si potrebbe effettuare (lo può eventualmente prescrivere sia il medico generico che il ginecologo) anche in via preconcezionale, per poter avere informazioni sullo stato di equilibrio o squilibrio della flora lattobacillare normalmente presente in vagina.
Qualora il tampone rivelasse una situazione di dis-microbismo, avrebbe a mio avviso senso consultare una nutrizionista in modo da aiutarsi anche attraverso la dieta a prevenire infezioni a carico del tratto vaginale (e urinario) che sovente sono conseguenza di alterazioni del cosiddetto microbiota intestinale.
Certamente è indicata l’assunzione di acido folico, se possibile lontano da the e latticini, per tutto il periodo preconcezionale e almeno il primo trimestre,
prescrivibile in fascia A (ossia con ricetta mutuabile) dal Curante o dal ginecologo che l’hanno in carico. La dose raccomandata è di 400 microgrammi al giorno.
Spero di averla aiutata, resto a disposizione se desidera, cordialmente.

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