L’otite è contagiosa?

Dottor Aldo Messina A cura di Dottor Aldo Messina Pubblicato il 04/08/2018 Aggiornato il 04/08/2018

Ci sono fattori che determinano la comparsa dell'otite esterna e altri che scatenano l'otite media. In entrambi i casi la malattia non è contagiosa.

Una domanda di: Letizia
Salve, vorrei sapere se l’ otite è contagiosa? Mio figlio di un anno e mezzo
può stare vicino ai suoi cugini – 11 e 5 anni – che hanno l’otite? Abbiamo una piscina di 4 metri × 2 può farsi il bagno mio figlio? Grazie mille.
Aldo Messina
Aldo Messina

Gentile mamma,
nonostante il clima vacanziero, ti rispondo velocemente nella speranza di salvare le tue vacanze e, soprattutto, quelle del tuo bambino.
Inoltre la tua domanda si presta a diverse letture, ma questo rappresenta un’occasione per una risposta ampia e l’opportunità di interessare più lettori.
Otite è un termine che indica l’infiammazione dell’orecchio. Meno noto è il fatto che si deve distinguere l’otite che interessa l’orecchio esterno (padiglione auricolare e condotto uditivo esterno) da quella dell’orecchio medio.
Poiché nella lettera si fa riferimento al bagno in piscina, devo ricordare che l’otite esterna e il suo corteo sintomatologico (dolore, sensazione di orecchio chiuso e febbre che non supera i 38°), è molto più diffusa in chi frequenta ambiente marino inquinato o usa bagnarsi in piscine, in genere private, eccessivamente disinfettate. In quest’ultimo caso la patologia è scatenata sia dall’azione lesiva diretta del disinfettante sulla cute dell’orecchio sia all’eliminazione che il disinfettante opera sui germi “buoni” che soggiornano nel nostro organismo contrastando l’aggressione da parte d di quelli patogeni (cioè in grado di scatenare un’infezione). Altra causa predisponente è in questi casi la presenza di cerume nel condotto. Se, toccando il trago, quella sorta di “valvolina” che protegge il condotto uditivo esterno, compare dolore, è probabile (non certo!) che si tratti di otite esterna. In questo caso più che allontanare suo figlio dai cuginetti (vittime e non carnefici!) migliorerei le condizioni igieniche personali ed ambientali.
Altro problema è l’otite da infiammazione dell’orecchio medio, quella regione che è posta al di là della membrana timpanica.
Ringrazio la lettrice per la domanda poiché non mi ero mai posto il problema di chiarire un ragionamento che di per sé è corretto: se il medico cura l’otite con l’antibiotico, vuol dire che la malattia è batterica o perché si vuole( forse!) evitare una complicanza da flogosi virale. Seguendo questo ragionamento se l’otite è batterica e/o virale sarà contagiosa come lo è la tubercolosi o l’influenza. Ed il sillogismo funziona. Per chiarire devo fare una premessa che vi affascinerà. Il sistema dell’orecchio medio dei mammiferi deriva evoluzionisticamente dal sistema branchiale dei pesci che, come è noto, ha funzione respiratoria e non certo uditiva (i pesci non hanno coclea!). Non a caso il nostro padiglione auricolare somiglia alla branchia dei pesci.
Nei rettili l’unico ossicino (l’uomo ne ha tre: martello incudine e staffa) che costituisce l’orecchio medio, deriva dalla struttura iomandibolare dei pesci. Sempre nei rettili la mascella inferiore è costituita da diverse ossa che si articolano con un osso del cranio: l’osso quadrato. Quest’ultimo e l’articolazione quadrato-articolare divengono nei mammiferi rispettivamente l’incudine ed il martello della catena ossiculare dell’orecchio medio. Così una struttura respiratoria (pesci) genera gli ossicini dell’orecchio medio, che a loro volta da uno (rettili) diventano tre (mammiferi).
Perché questa premessa se dobbiamo parlare di otiti?
In condizioni normali nei mammiferi il tessuto di rivestimento dell’orecchio medio, non ricoprendo più una funzione respiratoria, non produce muco (come ad esempio i bronchi). Allorquando invece si presenta una carenza di ossigenazione della cassa dell’orecchio medio, l’epitelio di rivestimento dell’orecchio medio, che conserva una sorta di “memoria dei tempi passati”, nel tentavo di risolvere una condizione di anormalità (carenza di ossigenazione) si trasforma(metaplasia) in epitelio respiratorio e produce esso stesso muco. Questo comprimendo il timpano crea il dolore tipico dell’otite che si mantiene, in questo stadio, in forma sieromucosa. L’eventuale sovrainfezione batterica può determinare la trasformazione in otite purulenta. In altri casi l’otite si manifesta “ab initio” , cioè fin dalla sua prima comparsa, come purulenta. Per assurdo che sembri, pertanto l’otite costituisce una delle tante ben -attie (!), cioè il tentativo, se vogliamo maldestro, del nostro organismo di reagire ad una condizione di anormalità di difficoltà respiratoria (adenoidi eccessivamente sviluppate magari con coesistente disturbo del palato o dell’arcata dentaria). Questa condizione , per sovrainfezione, può divenire mal-attia. Questa impostazione è per me fondamentale poiché credo importante seguire la logica della malattia per potere accompagnare, senza aggressioni, il processo della sua risoluzione. In quest’ottica la terapia dell’otite media consiste nel migliorare la respirazione del bambino (terapia locale, soggiorno in ambiente marino e cure termali con insufflazioni tubariche) e rimuovere eventuali difficoltà anatomiche (spesso odontoiatriche, ricordiamo la struttura iomandibolare dei pesci e l’osso quadrato dei rettili) che costituiscono la condizione predisponente. Il muco che scatena l’otite non “sale” dal naso, ma viene prodotto in sede per difficoltà respiratorie anche nasali. In quest’ottica l’otite può coinvolgere gruppi familiari a causa delle condizioni anatomiche simili. Analoga considerazione va fatta per la costituzione funzionale e/o immunitarie. Pertanto l’otite media non è contagiosa.
Concludo ringraziandola, cara mamma. Modificherò il mio approccio e chiarirò anche gli aspetti sulla non contagiosità dell’otite alle mie pazienti. Non ci avevo pensato.

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