Mamma sì, ma con il cuore diviso (tra due uomini)

Dottoressa Ombretta Cecchini A cura di Dottoressa Ombretta Cecchini Pubblicato il 11/04/2019 Aggiornato il 11/04/2019

Ogni scelta implica una rinuncia e qualsiasi strada davanti a un bivio si imbocca comporta la perdita di qualcosa che c'era nella via lasciata alle spalle.

Una domanda di: Antonella
Cara dottoressa Ombretta,
la mia domanda può sembrarle stupida ma io devo trovare una risposta! Io non so se sia contemplato in natura (quella umana) ma a me sta accadendo. Ho 42 anni, due figli adolescenti, e una disgrazia: amo due uomini contemporaneamente e quindi sono profondamente infelice. Amo mio marito (siamo sposati da 18 anni) perché con lui “mi sento a casa”, è lui la mia famiglia, penso che sarei disposta a donargli un rene se ce ne fosse bisogno. E’ un uomo buono e anche bello e di questo sono consapevole. Provo però n’attrazione fortissima per un altro uomo, probabilmente meno bono di sicuro meno bello, ma non ci posso fare niente. Con lui mi sento bene, mi sento libera, se non riesco a vederlo per qualche giorno vado in ansia, sono nervosa, depressa. Da un anno sono la sua amante e da un mese mi ha posto un aut aut: o me o lui. Lascia tuo marito o non mi vedrai più. Mi aiuti dottoressa, come si fa a decidere? A cosa ci si deve attaccare per non commettere un errore (in un senso o in un altro) di cui pentirsi per sempre. Grazie di cuore.
Ombretta Cecchini
Ombretta Cecchini

Cara Antonella,
il tuo conflitto è comprensibile: stabilità o passione? Difficile decidere a cosa rinunciare!
Ognuno di noi è spinto da bisogni diversi, a volte in contrasto, quindi ciò che stai provando è assolutamente normale.
Nel tuo caso i due bisogni in conflitto sono quello di sicurezza contro quello di novità. Ragioniamo insieme.
Tu parli di attrazione, quindi la prima riflessione che mi viene in mente è “ma tu sei ancora attratta da tuo marito?”, perché questa è la prima considerazione da fare. Un’unione senza attrazione (e quindi senza sesso o con del sesso poco soddisfacente) somiglia più a una bella amicizia che a un rapporto di coppia.
In questo caso il problema non è più “l’altro”, ma il rapporto con tuo marito. Se invece stai parlando di passione, allora il discorso è un po’ diverso. La passione (come dice la parola stessa) è caratterizzata da un’emozione intensa e travolgente, ma contemporaneamente da sofferenza e struggimento.
Come puoi immaginare, il secondo aspetto (quello dello struggimento) è difficile da rintracciare in una relazione con un uomo che tu definisci “buono” e “la tua famiglia”. La stabilità, che a te rassicura, è anche quella che ti porta a desiderare qualcosa di diverso e più eccitante. Riguardo al tuo dubbio, la paura di sbagliare, sappi che ogni scelta implica una rinuncia e che, qualunque cosa deciderai di fare, ci sarà una perdita. Non esistono scelte sbagliate. Le decisione prese devono essere considerate facendo riferimento a QUEL momento con le informazioni che avevamo. È troppo facile (e inutile) pensare a posteriori cosa avrei potuto fare allora…
Cosa farei al tuo posto? Valuterei non solo la persona che hai accanto, tuo marito, non soltanto per gli aspetti rassicuranti, ma anche sul piano erotico. Mi interrogherei sul tipo di relazione che avete. Laddove non c’è pathos, spesso si trova poco eros. Mi chiederei se sono ancora attratta da mio marito. se il tuo matrimonio per te ha un valore importante e sei ancora attratta da tuo marito, proverei anche a riaccendere la passione (nel caso in cui si fosse un po’ assopita). Proverei a sentirmi libera, indipendentemente dalla persona che ho accanto. Penserei che qualunque decisione prenderò, me la saprò cavare. Tanti cari saluti.

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