Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

Professor Giovanni Battista Nardelli A cura di Giovanni Battista Nardelli - Professore specialista in Ginecologia Pubblicato il 04/04/2024 Aggiornato il 26/04/2024

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.

Una domanda di: Micaela
Buongiorno dottore, sono alla 28^ settimana di gravidanza e ieri ho effettuato la seconda strutturale. Durante questo esame il medico non riusciva a vedere il bambino in viso per la foto in 3D e ha effettuato una manovra di rotazione facendo una pressione forte sulla pancia in prossimità della testa del bambino. Ciò mi ha arrecato dolore e oggi mi sento quel punto molto irritato. Io so che queste manovre possono essere effettuate dopo la 32^ settimana di gravidanza e soprattutto quando c’è necessità perché il bambino è in posizione podalica. Il mio si trova in posizione cefalica e quindi non ne ho visto proprio l’utilità. La mia domanda allora è se questa manovra fatta a 28 settimane ha arrecato danni al mio piccolino. Vi ringrazio di cuore e vi auguro una buona giornata e buon lavoro. Saluti.
Giovanni Battista Nardelli
Giovanni Battista Nardelli

Gentilissima signora Michela, le manovre manuali esterne eseguite durante un esame ecografico in gravidanza sono manovre di “ballottamento”: muovendo il liquido amniotico si riesce a stimolare i movimenti fetali. Nel suo caso le manovre erano finalizzate a far muovere il capo per potere posizionare la sonda volumetrica in una posizione migliore per poter eseguire la scansione a 3 dimensioni (e non tridimensionale) del viso fetale. La compressione della sonda sui muscoli dell’addome materno suscitano una contrattura di difesa materna che può tramutarsi in un indolenzimento della parete addominale ma non dell’utero. Nessun liquido è compressibile né il suo contenuto, ma solo dislocabili in un ambiente flessibile ed elastico, quale è l’utero. Cosa totalmente diversa sono le “manovre per il rivolgimento fetale per manovre esterne” che possono essere eseguite nell’imminenza di un parto nel terzo trimestre e che sono precedute dalla “manovre di Leopold” che ci indicano la posizione del feto in utero rispetto alla via del parto, per poterlo rivolgere. Infine, “cefalico” non significa con il viso rivolto verso l’alto, cioè verso la sonda. Per indurre il movimento del feto in una posizione più favorevole alla visione è necessario effettuare un “ballottamento” del liquido che protegge il feto: queste manovre non schiacciano il feto in utero. Anche i cambiamenti di posizione, come sdraiarsi, alzarsi, così come tossire, camminare, ridere, evacuare, respirare, ovvero tutte le azioni compiute dalla mamma inducono un “ballottaggio” del liquido amniotico, pertanto le manovre effettuate non possono creare alcun danno al feto in utero. Molto cordialmente.

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