Maschio secondo il test del Dna fetale, invece è una bambina

Dottoressa Sara De Carolis A cura di Sara De Carolis - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 20/01/2020 Aggiornato il 20/01/2020

In caso di discrepanze per quanto riguarda il sesso del bambino tra quanto segnala il risultato dell'indagine sul Dna fetale e l'ecografia, possono fare chiarezza altri controlli ecografici.

Una domanda di: Simona
Salve dottoressa, le scrivo in quanto mi è sorto un dubbio. Sono a 16 settimane di una gravidanza fisiologica partita come gemellare (putroppo il cuoricino dell’altro embrione si è fermato a 8 settimane). A 12 settimane il ginecologo durante l’ecografia ha sospettato si trattasse di una femminuccia cosa che mi ha confermato anche all’ultimo controllo avvenuto pochi giorni fa ( i controlli sono un po’ più frequenti in quanto mi è stata riscontrata una gravidanza a rischio) . Ma dal test del DNA fetale fatto il giorno seguente alla translucenza nucale dal referto risulta in realtà essere un maschietto… fin qui ci può stare, nel senso che maschio o femmina a me importa stia bene, però mi è sorto un dubbio… io presento ancora la camera gestazionale dell’altro embrione che non si è assorbita anzi dall’ultimo controllo è addirittura cresciuta, potrebbe questo influire sul test? È possibile che attraverso il mio sangue circoli anche il dna del piccolino che non ce l’ha fatta? Quindi risulta essere un maschietto anche se dall’eco non presenta i genitali maschili? E se così fosse che il test si è sbagliato, come si stabilisce la veridicità del risultato relativo al corredo genetico basato sui 23 cromosomi?

Sara De Carolis
Sara De Carolis

Cara signora,
la quantità di cellule circolanti nel sangue materno di una gravidanza evolutiva, rispetto ad una gravidanza che si è interrotta, è di gran lunga superiore. Credo inoltre che il laboratorio sia stato informato sulla sua condizione. In merito, pertanto, alla discrepanza tra eco e risultato dell’analisi del Dna fetale, per la determinazione del sesso, è opportuno approfondire. Essendo una “gravidanza a rischio” ci sarà modo nei prossimi controlli di puntualizzare al meglio la situazione, di verificare cioè cosa può essere accaduto. Fermo resta che quando l’ecografista comunica il sesso del bambino significa che lo ha visualizzato. Mi tenga aggiornata, se lo desidera. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti