Mestruazioni dopo un aborto: devono arrivare dopo 30 giorni?

Dottor Gaetano Perrini A cura di Gaetano Perrini - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 29/04/2024 Aggiornato il 29/04/2024

Quando si parla di "un mese dopo", alludendo al momento in cui le mestruazioni ritornano dopo un aborto, si intende indicare un periodo approssimativo, che potrebbe essere più corto o più lungo senza che questo sia espressione di qualcosa che non va.

Una domanda di: Eleonora
Il 21 di marzo ho dovuto fare aborto farmacologico con Cytotec in ospedale, perché il 18 marzo alla seconda visita ginecologica abbiamo scoperto che il bambino era morto. Mi è stato detto che dopo 30 giorni dall’ aborto mi sarebbe venuto il ciclo e una volta finito dovevo prenotare la prima visita ginecologica post aborto. Sono in ritardo di quasi una settimana, mi è stato detto che è normale, ma fino a quanti giorni posso ritardare stando dentro alla normalità? Grazie mille.
Dottor Gaetano Perrini
Dottor Gaetano Perrini

Buongiorno signora, un aborto spontaneo a bassa età gestazionale prevede oggi l’utilizzo di farmaci per cercare di far svuotare naturalmente l’utero del suo contenuto abortivo e ridurre il rischio legato a interventi anestesiologici e chirurgici. Di solito come è stato correttamente preannunciato il ciclo si presenta circa un mese dopo l’espulsione del materiale abortivo, che avrà potuto notare durante la procedura a cui si è sottoposta.
Solitamente si suggerisce prima della visita di effettuare anche il dosaggio delle beta o in alternativa certamente più semplice effettuare un test di gravidanza tre settimane dopo l’espulsione del materiale. Con questi dati solitamente si effettua il controllo ginecologico con l’esecuzione di una valutazione clinica ed ecografica. Il mese si intende “circa” quindi può certamente succedere che arrivi qualche giorno prima così come è anche possibile qualche giorno dopo. Suggerisco quindi di consultare il suo specialista di riferimento non prima di aver effettuato un test di gravidanza. Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti