La mia bambina ha 9 mesi ed è stata allattata esclusivamente al seno fino allo svezzamento avvenuto intorno ai 5 mesi (come parere del
pediatra). Non ha mai accettato latte artificiale e quindi ho continuato ad allattarla fino ad una settimana fa quando, sfinita dalle continue poppate e
risvegli notturni (si svegliava ogni 40 minuti per tutta la notte), ho deciso di interrompere sotto parere del pediatra. La situazione notturna è
di gran lunga migliorata adesso riesce a dormire 5 ore consecutive, grazie anche all’ aiuto del ciuccio, che prima non prendeva, ma continua a non
accettare il latte. La sera cena verso le 20:00/20:30 e si addormenta verso le 22:30 e fino alle 4 di mattina si sveglia ogni ora e piange se provo a
riaddormentarla cullandola con il ciuccio. Si calma solo quando le do il biberon di camomilla o di acqua perché mi pare di aver capito che vorrebbe
dormire bevendo qualcosa! Infatti ho provato con la camomilla e un po’ funziona ma non la sazia e quindi dopo 2 ore si risveglia e poi è piena di
zuccheri perché beve solo quella solubile..tra l’altro ho notato che, dopo tutti questi risvegli, quando finalmente verso le 5 di mattina le faccio
fare colazione anticipata con lo yogurt poi dorme ininterrottamente fino alle 10.30 di mattina. Pertanto mi chiedevo se i continui risvegli sono
dovuti alla fame, ma a 9 mesi dovrebbero ancora mangiare la notte? E visto che non prende latte di nessuna marca e neanche quello vaccino posso provare con
un latte vegetale tipo di riso? Oppure dopo cena prima di dormire posso darle uno yogurt e vedere che succede? Grazie infinite a chi mi risponderà.
Leo Venturelli
Gentile signora,
la bambina è passata da una alimentazione al seno che la soddisfaceva sia sotto il profilo alimentare (ma solo in parte) sia sotto quello affettivo, chiamiamolo di contatto con la mamma; a una situazione di diversità di uso del biberon; bisogna anche aggiungere che a questa età molti bambini presentano irrequietezza e agitazione notturna anche per quella che viene definita “ansia da separazione”, un sentimento angoscioso che nasce dalla paura che la mamma non sia pronta a consolare, sia sparita e non ricompaia. Quanto riferisce non è affatto strano, molte altre mamme segnalano le stesse cose, quindi si tratta solo di cercare la strategia più efficace per la propria situazione. Per quanto riguarda il latte, il passaggio da quello materno a quello artificiale non sempre dà buoni risultati e spesso un bimbo tende a considerare il biberon come una cosa da bere, diversa dal latte che per lui equivale al seno materno. Allora se c’è rifiuto di latte, l’idea di dare uno yogurt con una mezza banana alle 23 potrebbe sedare la bambina senza dover ricorrere a camomille zuccherate ogni ora (meglio se si sveglia usare acqua ricca di sali minerali, in particolare di calcio, tipo Sangemini). Per il resto bisogna armarsi di santa pazienza, sapendo che probabilmente non tutto filerà liscio. E’ anche utile mantenere delle regole, tipo rituale e comunque anche la notte cercare di venire incontro ai pianti della bimba con acqua, ciuccio e coccole (meglio senza prenderla in braccio, limitandosi a far sentire la propria presenza). Di notte, cerchi se possibile di farsi aiutare anche dal papà nella gestione dei risvegli, in modo che tutta la fatica non gravi solo su di lei. Per finire, le tensioni di questo periodo di reclusione forzata potrebbero ulteriormente aver peggiorato o esasperato la situazione. Passeggiate all’aria e al sole di giorno possono aiutare a risolvere almeno in parte le tensioni notturne: ora che si può porti la bambina all’aperto per almeno 20-30 minuti al giorno, ovviamnete mantenendo le regole del distanziamento ed evitando i percorsi affollati, dove si possono creare assembramenti. Con cordialità.
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