Tossetta che non passa: che fare?

Dottor Aldo Messina A cura di Aldo Messina - Dottore specialista in Otorinolaringoiatria Pubblicato il 05/02/2018 Aggiornato il 01/08/2018

La tosse è un meccanismo di difesa che non sempre è opportuno combattere con uno sciroppo. In ogni caso è il pediatra che deve decidere se somministrarlo o no.

Una domanda di: Stefania
Buongiorno, il mio bimbo di 13 mesi ha un pochino di tosse secca. È stato visto dalla pediatra che ha trovato i bronchi a posto, la gola e un orecchio un pochino arrostati. Mi ha prescritto un antibiotico solo se tornava la febbre più che altro per l’orecchio. Febbre non ne ha e mi pare che nemmeno l’orecchio gli dia fastidio (non lo tocca, se lo lascia toccare, dorme tranquillo). In farmacia mi consigliavano uno sciroppo per la tosse. Lei cosa ne pensa? Posso evitare l’antibiotico dato che non ha febbre e mi pare sia vispo? Meglio dargli lo sciroppo per la tosse o lasciar stare e aspettare solo umidificando casa?

Aldo Messina
Aldo Messina

Cara mamma,
il termine “moccioso”, che si usa per indicare un bambino piagnucoloso o troppo insistente, deriva dal fatto che spessissimo i piccolini hanno il naso sporco di moccio (dal latino muccus che vuol dire muco). Ed è il muco la causa più frequente di tosse nel bambino, anche se ovviamente non l’unica (ma spetta al pediatra curante individuare l’eventuale altra). Tornando al muco, per lo più è dovuto a un’infiammazioni di origine virale e non batterica. I batteri sono microrganismi viventi “completi”, diversamente dai virus che sono dei parassiti cellulari che, per riprodursi, usano una parte del patrimonio genetico (DNA o RNA) della cellula ospite, nel nostro caso, umana. Gli antibiotici sono farmaci utili a combattere le malattie causate da batteri (elementi cellulari completi) ma non servono per quelle dovute a virus. In quest’ottica il suo pediatra, correttamente, non ha prescritto, in prima istanza, un antibiotico, riservandosi di farlo nel caso si evidenziasse una sovrainfezione batterica. La tosse è un riflesso di difesa che consente all’organismo di espellere un corpo estraneo (il catarro, per esempio), non sempre, pertanto, combatterla con un sedativo è un’idea opportuna, anzi talvolta è controproducente. Trovo più idoneo l’impiego di fluidificanti nasali, tenendo presente che per i bambini si devono scegliere quelli senza vasocostrittori. Anche i lavaggi nasali con soluzione salina sono utili. Osservando un bambino con muco e tosse, chiedo sempre notizie sull’ambiente in cui vive: è esposto al fumo passivo? L’abitazione è in città, dove c’è molto smog oppure è un po’ decentrata, con attorno del verde? In casa ci sono cani o gatti (o altri animali)? Il bambino dorme in una camera con moquette, tappeti, molti peluche, tendaggi ricchi di tessuto? Più che somministrare farmaci, serve infatti fare in modo che il bambino non sia a contatto con fattori irritanti per le vie respiratorie (tra queste c’è la polvere, in cui vivono gli acari). Questo vale in generale, perché ovviamente, non avendo modo di visitare il suo piccino, non posso dire nulla di più preciso. Credo, comunque, che le indicazioni del suo pediatra siano giuste e che, dunque, debba attenersi a esse con fiducia. Con cordialità.

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