Paroxetina e Cardioaspirina: c’è interazione?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 06/10/2025 Aggiornato il 06/10/2025

In effetti la paroxetina può interagire con l'acido acetilsalicilico, in particolare favorendo il rischio di emorragie, come riportato nel foglietto di accompagnamento dello psicofarmaco.

Una domanda di: Alba
Gentile dottoressa,
sono alla 20 esima settimana di gravidanza. Assumo cardioaspirina 100 mg una compressa die per ridotto flusso dell'arteria uterina sinistra. Assumevo daparox da 10 anni con sporadiche sospensioni per attacchi di panico, ansia e pensieri intrusivi. Durante il primo trimestre lo hanno sospeso. Ho provato a resistere ma non ne posso più di questa ansia
invalidante. Mi hanno consigliato con poca convinzione di riprendere a basso dosaggio (che a me comunque era efficace ovvero 5-10 gocce) ma dicendomi che c’è rischio emorragico con la cardioaspirina, che devo sospendere prima del parto per rischio emorragico e per il bambino. La prego mi aiuti a prendere una decisione.
Grazie

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, in effetti esiste l'interazione tra Cardioaspirina e paroxetina come riportato dal foglietto illustrativo: "Può verificarsi una interazione farmacodinamica tra paroxetina e FANS/acido acetilsalicilico. L’uso concomitante di paroxetina e FANS/acido acetilsalicilico può portare ad un aumento del rischio di emorragie (vedere paragrafo 4.4). Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI in concomitanza ad anticoagulanti orali, farmaci noti per influire sulla funzione piastrinica, o altri farmaci che possono aumentare il rischio di emorragie [per esempio antipsicotici atipici quali clozapina, fenotiazine, gran parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico, FANS, COX-2 inibitori] e nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi emorragici o condizioni che possono predisporre ad emorragie. (https://www.torrinomedica.it/schede-farmaci/Paroxetina/).
Tuttavia, dubito francamente che un dosaggio così modesto di paroxetina (5 milligrammi/die sono veramente pochi, il minimo sindacale sarebbero 10 mg/die) possa costituire un pericolo dal punto di vista emorragico. Dal momento che lei è a sole 20 settimane di gravidanza, ci possiamo aspettare che le arterie uterine non avessero ancora completato il processo di maturazione legato all'invasione del trofoblasto (la placenta o trofoblasto si intrufola nei vasi sanguigni materni e modifica la loro resistenza, in un certo senso trasformando in vene quelle che prima erano delle arterie). L'augurio è che al prossimo controllo ecografico (verso la 24° settimana idealmente) le sue arterie uterine siano diventate entrambe a bassa resistenza e che quindi non sia più indispensabile assumere la cardioaspirina. Lei così potrà procedere con il dosaggio di Paroxetina più adatto nel suo caso. Immagino sia stata molto dura fare a meno della Paroxetina nel primo trimestre: è un periodo davvero critico da tanti punti di vista! Ora che le nausee sono, si spera, finite, che la pancia inizia a vedersi e lei magari inizia persino a sentire i primi movimenti del suo piccolo ospite, presumo lo scenario sia molto cambiato rispetto all'inizio.
Segnalo un'ultima cosa: di verificare bene con l'ecografia la localizzazione della placenta in quanto a volte una placenta laterale (destra o sinistra) comporta una differente invasione del trofoblasto nelle due arterie uterine e quindi delle resistenze aumentate nell'arteria uterina cosiddetta "controplacentare". Anche in questo caso, l'assunzione di cardioaspirina sarebbe a mio avviso superflua. Spero di averle risposto e di averle proposto il compromesso migliore possibile, cordialmente.

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