Una domanda di: Alessia
Avrei bisogno di un chiarimento. Io sono in cura con la paroxetina (30 mg suddivisi in mattina pomeriggio e sera) perché soffro di crisi d'ansia e depressione, il neuropsichiatra mi assicurò che questo farmaco non dava problemi in gravidanza e quindi non ci ho pensato più di tanto. Adesso che però la speranza di una gravidanza sta diventando realtà (sono a 5 settimane) per sicurezza ho telefonato al telefono rosso ed una dottoressa mi ha detto che l'uso nell'ultimo trimestre può portare nel 30% dei casi a problemi nervosi e respiratori transitori. A questo punto non saprei a chi credere, lei può darmi un consiglio in merito? Nel caso vorrei iniziare subito a scalarlo per toglierlo o sostituirlo con uno compatibile con la gravidanza. 

Elisa Valmori
Salve signora, 
lei ha avuto la fortuna di incontrare un neuropsichiatra che giustamente l'ha rassicurata sull'impiego di paroxetina in gravidanza. Io sono ginecologa e immagino altrettanto la collega del Filo rosso. A mio parere nessuno meglio dello psichiatra curante può sapere se una paziente merita o meno un trattamento di tipo farmacologico o meno, sia in gravidanza che fuori. Spesso vedo questa corsa a ridurre e sospendere gli psicofarmaci in gravidanza, dimenticandoci che in questa fase della vita si è ancora più sensibili rispetto a prima, per non parlare del periodo successivo al parto! A mio avviso, posto che bisogna sempre considerare il famoso rapporto rischio-beneficio, se una paziente è in terapia fuori della gravidanza, a maggior ragione è bene che mantenga il trattamento almeno per la sua prima gravidanza: è quella più delicata in assoluto, dove le paure i dubbi e le ansie si faranno sentire maggiormente. Magari poi accadrà come per miracolo che dopo il primo allattamento la terapia con gli psicofarmaci non sia più necessaria: in tante donne la gravidanza è davvero un toccasana da svariati punti di vista. Rispetto alla paroxetina, anch'io sono del parere che sia tra i farmaci migliori in assoluto e con meno effetti collaterali sul nascituro.Certamente non causa malformazioni e se vogliamo essere pignoli questi sintomi nervosi o respiratori transitori che le hanno paventato, non sono comunque paragonabili con i sintomi da astinenza delle benzodiazepine (quali En, Xanax, Tavor...) e saranno comunque di rapida risoluzione senza bisogno di alcuna terapia particolare. 
Inoltre la paroxetina è compatibile con l'allattamento al seno e quella minima quota di farmaco che passerà nel latte, aiuterà il bambino ad abituarsi gradualmente ad un dosaggio molto inferiore di paroxetina rispetto a quello che inevitabilmente riceve ora per via del passaggio attraverso la placenta. Non serve quindi un punto nascita dotato di terapia intensiva in casi come il suo. Basta che il neonatologo sia informato della sua terapia per avere un occhio di riguardo al neonato e agli eventuali sintomi che dovesse eventualmente manifestare nelle ore immediatamente dopo la nascita (quindi ancora da ricoverata, sicuramente non dopo la dimissione al domicilio). Spero di averla rassicurata: come ripeto sempre il bambino sta bene se sta bene la sua mamma. Vedrà che sarà una buona idea mantenere un dosaggio di almeno 20 mg/die di paroxetina, per vivere al meglio la gravidanza, il parto e soprattutto il periodo successivo: meraviglioso ma ancora più impegnativo da tanti punti di vista. Casomai dovesse avere disturbi del sonno, segnalo che la paroxetina assunta la sera evita il risveglio precoce all'alba. Vale la pena quindi eventualmente valutare col Curante psichiatra di rinforzare il dosaggio prima del riposo notturno, alleggerendo quello di mezza giornata o del mattino…Spero di averla aiutata, rimango a disposizione se desidera, cordialmente.
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