Paura di essere stata contagiata dalla quinta malattia

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 18/06/2018 Aggiornato il 09/10/2018

In gravidanza, è sempre più che opportuno non avere contatti con un bambino colpito da un'infezione, in particolare se si tratta della quinta malattia, che se contratta dalla futura mamma è pericolosa per il feto.

Una domanda di: Agata
Salve sono incinta di 6 settimane +3 giorni e vorrei un parere. Oggi è venuto a trovarmi mio
nipote che ha la quinta malattia: premetto che non c’è stato nessun contatto
diretto ci siamo visti solo per 5 minuti a distanza. La domanda è se mi devo
lo stesso preoccupare.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, in realtà mi stupisco che un bimbo malato vada in visita dalla zia incinta … Preoccuparsi dopo non ha grande utilità, sarebbe prudente evitare “prima” qualunque contatto. In generale è buona norma quando si è in dolce attesa ridurre al minimo (evitando sicuramente baci e utilizzo delle stesse posate) il contatto con i bambini piccoli anche se apparentemente sani, proprio per prevenire infezioni che in alcuni casi possono essere pericolose anche per il nascituro. La regola ovviamente non è applicabile se si hanno altri figli piccoli, ma vale per tutti i bimbi con cui non è proprio necessario avere contatti stretti. La quinta malattia è purtroppo una malattia che può essere pericolosa se contratta in gravidanza, in quanto è capace di provocare un’anemia severa nel feto, in caso il virus venga trasmesso.
Attenzione, però: fortunatamente la prevalenza di questa infezione nella popolazione adulta è alta, e quindi è molto probabile che lei abbia già contratta l’infezione e quindi abbia sviluppati gli anticorpi specifici contro il parvovirus B19 che ne è il responsabile.
Inoltre, solo nel 30% dei casi in cui la mamma contrae l’infezione proprio durante la gravidanza, questa viene trasmessa al bimbo in utero e sembra che sia il secondo trimestre quello più “critico”.
Infine, la possibilità del contagio sembra limitata alla fase di incubazione della malattia quindi se lei ha incontrato suo nipote solo dopo la comparsa dell’esantema tipico che fa porre la diagnosi, non dovrebbe nemmeno rischiare di aver contratto questo virus così insidioso.
Se il contatto fosse stato invece proprio durante la fase di incubazione (quindi da 5 a 15 giorni prima della diagnosi da parte del pediatra), potrebbe valer la pena di eseguire il dosaggio degli anticorpi Ig G e Ig M, specifici per parvovirus B19 in modo da capire con certezza se lei era già immune per questo virus o se potrebbe averlo contratto proprio ora.
A disposizione se desidera per ulteriori chiarimenti, cordiali saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Acido folico: è pericoloso non averlo assunto fino alla 16^ settimana?

08/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

L'integrazione di acido folico è raccomandata nel periodo preconcezionale fino al termine del primo trimestre, tuttavia grazie alla nostra alimentazione non si rischiano gravi carenze, quindi se per qualunque ragione non è stato impiegato quando si doveva è facile che non emergano problemi.   »

Valore delle beta: le settimane come vengono conteggiate?

05/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La tabella di riferimento in cui sono riportati i valori desiderabili delle beta hCG considera le settimane di gravidanza in modo diverso dal calendario ostetrico. Più di preciso, rispetto a questo indica due settimane in meno.   »

Assenza di un rene scoperta dalla morfologica: che succederà alla nascita?

03/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

Un bimbo che nasce senza un rene, se non vi sono altre anomalie (malformazioni o patologie cromosomiche o genetiche), può contare su un'aspettativa e una qualità di vita sovrapponibili a quelle della popolazione generale.  »

Fai la tua domanda agli specialisti