Peluria pubica: perché si sta diradando?

Dottoressa Floria Bertolini A cura di Floria Bertolini - Dottoressa specialista in Dermatologia Pubblicato il 02/02/2021 Aggiornato il 02/02/2021

La perdita della peluria del pube potrebbe essere espressione dell'alopecia aerata.

Una domanda di: Gaia
Scrivo perché a voce con il mio ginecologo ho delle difficoltà ad affrontare l’argomento. Da un annetto il pube ha iniziato a
diradarsi, inizialmente era concentrato ai lati, ora invece, è esteso anche al monte di Venere, che ne risulta quasi completamente privo. Ho provato a
parlarne ad alcune mie amiche più grandicelle di me e sostengono che sia normale e che anche loro abbiano lo stesso problema. Secondo Lei? E’ un
problema riconducibile all’età che avanza? O è una prima avvisaglia di menopausa precoce? Visto e considerato che mia mamma è andata in menopausa a
42 anni circa. Parlandoci insieme una sera mi ha detto che anche a lei era capitato, ma a una età più grande, verso i 45 anni circa. Inoltre, ora ha 55
anni ne è quasi completamente priva. Secondo voi potrebbe esserci una qualche correlazione genetica? Fra cosa è capitato a lei e cosa sta
capitando a me? Grazie. Un caro saluto.

Floria Bertolini
Floria Bertolini

Gentile signora,
nella sua lettera non ha precisato la sua età, ma mi sembra di capire che lei è una persona giovane. Inoltre mi sembra di capire che il suo problema sia caratterizzato da un diradamento a chiazze e non diffuso. In questo caso, si tratterebbe di alopecia areata (AA), una forma di alopecia non cicatriziale, che nella fase acuta esordisce con la comparsa di chiazze senza capelli/peli, più o meno rotondeggianti, asintomatiche, e la cute delle sedi interessate appaiono indenni da manifestazioni infiammatorie.
Le zone di più frequente interessamento sono il cuoio capelluto e il volto (barba, ciglia, sopraciglia), ma posso interessare tutto il corpo, regione del pube compresa.
L’alopecia areata è la malattia autoimmune più frequente e si calcola che rappresenti circa l’1 – 4% delle patologie dermatologiche ambulatoriali. Si stima che il 2% delle persone possa avere nel corso della vita un episodio di AA e che il rischio aumenti al 6%, se uno dei genitori ne è affetto.
La patologia compare a qualsiasi età, ma in prevalenza sotto i 30 anni. Il fatto che si tratti di una alopecia non cicatriziale è molto importante per il paziente, perché la terapia può far regredire l’alopecia, almeno nella maggior parte dei casi. L’AA è sostenuta da una risposta immunologica di tipo cellulo-mediato (coinvolti i linfociti T) contro un antigene ancora sconosciuto del follicolo pilifero.
I fattori che scatenano questa risposta autoimmune nei soggetti predisposti non sono noti, ma tra i possibili triggers ricordiamo lo stress, le malattie virali, le vaccinazioni, infezioni dentarie, farmaci. Tuttavia nessuno di questi trigger è con certezza associato alla AA.
Nella fase acuta alcuni capelli/peli cadono, altri si spezzano vicino all’uscita dal follicolo pilifero.
Come potrà comprendere da quanto appena riportato, è stato corretto non parlarne con il ginecologo, perché effettivamente non è lo specialista cui rivolgersi per le problematiche riguardanti gli annessi cutanei, e i peli sono uno annessi cutanei.
Lo specialista cui rivolgersi per questa problematica è il dermatologo, e Le consiglio di programmare una visita dermatologica, in modo da verificare tramite la visita, che si tratti effettivamente di questa patologia e iniziare quanto prima la terapia adeguata.
Cordiali saluti.

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