Perdite di sangue rosso vivo verso la fine del puerperio

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 25/09/2019 Aggiornato il 25/09/2019

Un improvviso sanguinamento verso il termine del puerperio richiede una visita ginecologica volta a verificare che nell'utero non vi siano residui di placenta.

Una domanda di: Maddalena
Gentile dottoressa Valmori,
prima di tutto voglio dirle che leggo sempre le sue risposte che trovo chiare e, mi passi il termine, “educative”.
ho 39 anni e ho partorito il mio terzo figlio 28 giorni fa. E’ andato tutto bene (unico problema un po’ di anemia che sto controllando con integratori a base di ferro e acido folico) e le perdite post parto erano già in diminuzione. Quattro giorni fa però all’improvviso sono ricominciate in modo piuttosto significativo perché da rosso ormai bruno sono diventate rosso vivo e molto più abbondanti. Il ginecologo mi ha visto subito e attraverso l’ecografia ha trovato tutto a posto. Mi ha detto anche che a volte succede, ma non mi ha saputo spiegare perché. Dopo i miei due precedenti parti le perdite sono andate scemando fino a scomparire quindi sono un po’ preoccupata di questa “ripresa” così intensa, anche perché non vorrei peggiorasse l’anemia. Specifico che sto allattando e che il bambino mangia moltissimo (12-15 poppate nell’arco delle 24 ore di almeno 20-30 minuti ciascuna), infatti è già aumentato un chilo e mezzo. Vorrei un suo parere anche sulle cause (se ci sono). Grazie di cuore.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora mamma e complimenti per la sua famiglia numerosa! La ringrazio per l’attenzione che ha dedicato finora alle mie risposte online…sono contenta che lei le trovi chiare e in effetti il tono non è solo “educativo” (come lei gentilmente nota) ma a volte mi rendo conto di essere un misto tra la maestra e la sorella maggiore, specializzata nel dare consigli non richiesti!
Ad ogni modo, veniamo al suo quesito.
In caso di ripresa di perdite ematiche rosso vivo nel post partum la cosa più importante da fare è certamente quella che il suo Curante ha operato, ossia controllare che la cavità uterina non presenti all’interno dei residui di materiale placentare. Se l’utero é pulito, una ripresa del sanguinamento ormai a quasi un mese dal parto potrebbe essere un segno di ripresa di funzione delle ovaie, anche se mi stupisce che le capiti dal momento che le poppate così frequenti dovrebbero invece mettere le ovaie a riposo, almeno per i primi mesi di allattamento.
A volte un sanguinamento di questo tipo (ossia rosso vivo) si può avere in seguito alla ripresa dei rapporti sessuali, in quanto le prostaglandine e l’ossitocina stimolano l’utero a contrarsi e a “ripulirsi” completamente, ma immagino non sia il suo caso. Siccome non mi ha parlato di lacerazioni vulvo-vaginali al parto, presumo le perdite non siano nemmeno imputabili a dei punti di sutura che si sono allentati prematuramente.
Visto che è in trattamento per l’anemia, capisco che le perdite la preoccupino.
Se dovessero proseguire, è meglio tornare dal ginecologo che l’ha vista, per poter escludere altre cause di sanguinamento…di solito una causa c’è, ma solo chi cerca trova.
(A parte i mariti, che nel cercare e trovare hanno meno fortuna di noi, vero?)
Per finire direi che è una buona idea proseguire con la terapia marziale, magari ripetendo a distanza un emocromo per verificare che l’emoglobina sia risalita a livelli adatti ad una mamma multitasking come lei…così da decidere la durata complessiva del trattamento.
Osservando anche quanto il suo bimbo è lievitato grazie al suo latte non posso che farle i miei complimenti e, come mio solito, raccomandarle di alimentarsi e idratarsi senza troppe restrizioni: ora è il momento di mangiare per due (di solito lo si dice della gravidanza, ma è vero piuttosto per l’allattamento!)
Un ultimo consiglio, mi perdoni, si lasci aiutare se qualcuno (parenti/amiche/vicine/benefattrici…) si dovesse fare avanti…tra figli e casa da gestire le energie soprattutto ora sono limitate ed è giusto che rimanga qualcosa anche per il loro papà.
A disposizione se desidera, cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti