Piccolissima positiva al test di Coombs

A cura di Dottor Claudio Migliori Pubblicato il 16/10/2023 Aggiornato il 16/10/2023

La positività ai test di Coombs (diretto e indiretto) è destinata ad andare progressivamente esaurendosi, insieme al rischio di anemia. Fermo resta che l'andamento dell'emoglobina va monitorato nel tempo per eventualmente intervenire con cure adeguate.

Una domanda di: Carmela
La mia piccola di 1 mese è risultata positiva al test di Coombs diretto e indiretto ed è stata ricoverata alla nascita per ittero e adesso a distanza di un mese per emoglobina a 7. Tutto questo nonostante sia io che lei siamo dello stesso gruppo sanguigno A positivo. Come è possibile tutto ciò? Si poteva fare qualcosa prima? Io sono risultata positiva nel primo trimestre al test di Coombs ma probabilmente essendo A+ il dottore non ha indagato ulteriormente e non mi ha prescritto nessuna terapia o altro. Potrà arrecare ulteriori danni alla mia bambina? Oppure dobbiamo attendere soltanto che si negativizzi il test per stare più tranquilli? Grazie in anticipo per la risposta.
Claudio Migliori
Claudio Migliori

Buongiorno, fermo restando che risulti piuttosto insolito che un neonato sia positivo ad un test di Coombs indiretto, come lei riporta nella domanda, in quanto lo stesso serve a rilevare la presenza di anticorpi anti globuli rossi in forma libera nel siero (solitamente materno), mentre è più naturale riscontrare la positività del test diretto, che rileva gli anticorpi legati direttamente alla superficie esterna del globulo rosso, l’anemizzazione è un possibile effetto di tale condizione e il valore di emoglobina riscontrato al mese di vita lo conferma. Siccome lei risultava positiva al test, è logico supporre che il passaggio degli anticorpi sia avvenuto per via transplacentare, quindi non riterrei particolarmente indicato eseguire accertamenti specialistici ematologici sulla sua bambina. La positività si andrà progressivamente esaurendo, così come il rischio di anemizzazione, monitorando nel tempo l’andamento dell’emoglobina, ed eventualmente intervenendo con le terapie adeguate. Altro discorso, invece, riguarda la sua situazione ematologica. Il riscontro di un test di Coombs positivo in un adulto, nel caso si sia certi di non essere mai stati in contatto con sangue di altro gruppo sanguigno (pregresse trasfusioni di globuli rossi, o di derivati del sangue, immunoglobuline, ecc.) suggerirebbe qualche accertamento più specifico rivolto verso lo stato immunologico. Gli anticorpi che vengono valutati nel test di Coombs possono essere di varia natura (anti-D, anti-Kell, anti-C, anti-E) ed essere diretti contro antigeni del gruppo Rh, ma anche verso antigeni irregolari dei sistemi non Rh. A tale fine, però, sarà necessario il più specifico parere di un ematologo. Infine il riscontro di un livello di anemia come quella descritta non dovrebbe dare effetti sullo sviluppo della neonata, sebbene il valore di emoglobina riportato possa in alcuni casi suggerire una trasfusione di emazie (globuli rossi). Sarà la valutazione complessiva dello stato di salute, la capacità di alimentarsi e di crescere in peso e lunghezza che indirizzeranno le scelte dei colleghi pediatri. Cordialmente.

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