Mi trovo alla 18esima settimana di gravidanza e nell’ultimo
controllo mi è stato diagnosticato un impianto anomalo placentare come da
placenta previa major. Non nascondo le mie paure e desidererei sapere se
c’è qualche speranza affinché la situazione possa cambiare e la placenta
possa posizionarsi in modo non preoccupante. Cinque anni fa ho
avuto un cesareo e non è l’intervento di cui ho paura ma di eventuali complicazioni, prima del parto, per il mio piccolo e per me prima del parto. La ringrazio anticipatamente per una sua pronta risposta. Cordiali saluti.
Elisa Valmori
Salve signora, mi scusi ma prima di oggi proprio non sono arrivata a risponderle.
Si definisce placenta previa quando la placenta è situata, completamente o parzialmente, a livello del segmento uterino inferiore.
Si classifica in:
– Centrale totale, quando la placenta copre completamente l’orifizio uterino interno.
– Centrale parziale, quando la placenta copre parzialmente l’orifizio uterino interno.
– Marginale, quando il margine della placenta raggiunge o dista meno di 2 cm dal bordo dell’orifizio uterino interno.
– Laterale, quando il margine della placenta è localizzato sul S.U.I:, e dista almeno 2 cm dall’orifizio uterino interno.
Quello che mi sembra importante rilevare nel suo caso, è che lei si trova soltanto alla 18° settimana, quindi in un’epoca ancora troppo precoce per porre diagnosi definitiva di placenta previa!
Questa diagnosi va posta infatti tra la 26° e la 30° settimana di gravidanza.
Alla sua epoca si può genericamente rilevare che la placenta ha un’inserzione bassa che va quindi ricontrollata nel tempo, ma ancora non abbiamo la certezza di una vera e propria inserzione placentare anomala.
Dal punto di vista pratico, ci aspettiamo che nelle prossime settimane di gravidanza la sua placenta risalga (a seguito delle distensione delle pareti uterine che come un palloncino che viene gonfiato si dilatano) e da previa centrale possa diventare anche solamente previa marginale o addirittura laterale.
C’è quindi speranza che la situazione evolva a suo favore nel corso della gravidanza.
Direi che sarà prudente evitare gli sforzi eccessivi (dato che ha un bimbo ancora piccolo, se riesce cerchi un aiuto…eventualmente anche dal bimbo stesso!) per aiutare l’utero ad evitare contrazioni premature. In caso insorgessero perdite di sangue vaginali è opportuno recarsi in pronto soccorso per una visita ostetrica urgente. Quanto alla modalità del parto, in caso la placenta dovesse posizionarsi almeno a 2,5 cm dall’orifizio uterino interno, potrebbe addirittura aspirare ad essere ammessa al travaglio di prova, ossia a partorire naturalmente. Certo, questo soltanto in caso la placenta risalga, il feto sia cefalico e…soprattutto lei lo desiderasse: dopo aver subito un cesareo nessuno la può obbligare a travagliare ma mi permetto di tenere aperta questa possibilità in quanto è la modalità di parto meno rischiosa sia per lei che per il nascituro.
Resto a disposizione se desidera, spero di averla confortata, cordialmente.
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