Placenta previa marginale: c’è speranza che si risolva?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 07/10/2022 Aggiornato il 07/10/2022

È intorno alla 34ma settimana di gravidanza che si viene a sapere con sicurezza se la placenta è posizionata in modo da impedire che il parto avvenga naturalmente.

Una domanda di: Asia
Salve dottoressa! Alla morfologica la mia ginecologa mi ha diagnosticato la placenta previa antero laterale destra che raggiunge l’orifizio uterino interno. Mi disse di non fare sforzi, di non fare lunghi spostamenti in auto e di stare più tranquilla con i movimenti. Io ovviamente ho seguito le sue raccomandazioni però non è servito a nulla dato che al controllo successivo la placenta era sempre lì. Sto vivendo in costante ansia ed ho paura di quello che può succedere. Ora sono a 30 settimane iniziate oggi, secondo lei c’è ancora tempo affinché la placenta si alzi e ritorni al proprio posto? La ringrazio.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, purtroppo non mi ha inviato i referti delle sue ecografie morfologica e della crescita, in modo da poter quantificare la distanza del margine placentare dal suo collo dell’utero. In realtà bisogna dire che a 20 settimane è ancora troppo presto per stabilire che una placenta è previa e si può solamente osservare che è “bassa” rispetto all’imbocco del canale cervicale (denominato anche OUI ossia orifizio uterino interno). In caso quindi di placenta “bassa”, si prospetta un nuovo controllo ecografico verso la 28°/30° settimana di gravidanza per valutare l’effettiva distanza del margine placentare dall’OUI. La distanza di sicurezza per poter partorire per via vaginale è di 25 millimetri. Ora immagino le sembrino molti, ma vedrà che nel tempo la sua placenta farà un po’ di strada e speriamo non sia più nemmeno definibile come “previa” al prossimo controllo ecografico. Stare a riposo è una buona soluzione per evitare che l’utero si contragga e permettere alla placenta di seguire la progressiva distensione dell’utero, così da essere in qualche modo “trascinata” verso l’alto nel corso della gravidanza. Per questo mi sembra strano che lei scriva che il suo riposo non è servito a niente: con ogni probabilità la distanza tra margine placentare e collo dell’utero si è invece ampliata in queste settimane. Mi rincresce davvero che lei stia vivendo tutte queste settimane nell’ansia costante del futuro: questo di sicuro non l’aiuta a godersi la dolce attesa! Noi medici a volte non ci rendiamo conto del peso delle nostre parole e anche le osservazioni più delicate diventano motivo di paura e di tormento. Lei ora è a 30 settimane: mancano ancora due mesi al parto. Presumo che alla prossima ecografia (34 settimane) si deciderà se il suo destino sia il parto per via vaginale o cesarea. Io le auguro di poter partorire naturalmente! Se invece le dovessero prospettare il cesareo, sarà comunque per garantire la sicurezza di madre e neonato. Se ha fiducia in chi la sta seguendo, in entrambi i casi non ha davvero nulla da temere. Spero di esserle stata di aiuto nel mio piccolo, cordialmente.

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