Potrebbe essere autistico il mio bambino di 5 mesi e mezzo?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 13/06/2024 Aggiornato il 27/05/2025

A volte il dubbio che un lattante siainteressato da un disturbo dello spettro autistico nasce non dai suoi comportamenti oggettivamente anomali, ma dalle troppe aspettative che si nutrono nei confronti di quello che può fare e non fare.

Una domanda di: Martina
Sono qui per alcuni dubbi che da alcuni giorni mi gironzolano per la mente.
Il mio bambino, di 5 mesi e mezzo, ha alcuni comportamenti che vorrei analizzare. Probabilmente è ancora presto per riuscire ad avere una risposta.
Ci sono momenti in cui lui adora le persone, sorride e “chiacchiera” con loro. Ci sono altri momenti in cui, soprattutto se circondato da troppe
persone contemporaneamente, si chiude in sé stesso e non puoi neanche guardarlo perché piange (solitamente questo avviene se si è svegliato da
poco). Ho sempre collegato la cosa al fatto che lui è un bambino reflussante e che quindi potesse essere infastidito maggiormente in determinate giornate.
Fin dalla nascita ha sempre avuto “paura” dell’aria che gli arrivava in faccia. Ogni volta che usciamo e gli arriva un colpo d’aria addosso perde
il respiro e ultimamente sto notando che anche altre cose che fanno aria (tipo asciugacapelli e ventilatore) e che lui ha imparato a riconoscere, gli
fanno paura, fino al punto di scoppiare in un pianto disperato appena le vede. Lo fa con anche altri oggetti che emettono suoni, nessun suono in
particolare, solo alcuni. (Tipo una pallina con dentro un campanellino, bottiglia di plastica con dentro il riso, oppure la scatola della pasta se viene scossa.
Da quasi un mesetto a questa parte ha iniziato ad aprire e chiudere le manine costantemente. Prima pensavo lo facesse quando aveva sonno ma ora non
ne sono più tanto sicura. Ha iniziato da poco anche a muovere il braccio avanti e indietro (semi piegato però).
Ha spesso interesse verso alcuni oggetti e quando li vede sorride e li vuole prendere (tipo dentifricio, scatola dei medicinali, alcune creme in bagno,
ecc) e quando passiamo davanti agli specchi di casa adora specchiarsi. Lui sorride spesso, tipo se lo chiamiamo sorridendo lui ricambia, ha
imparato a ridere di gusto ma questo lo fa raramente e solo se stimolato molto. È sempre molto attento a ciò che lo circonda, è un bambino che sembra
avere interesse per il mondo (giustamente) ma un po’ meno per le persone, perché non guarda spesso negli occhi nessuno e se lo fa non regge per molto
lo sguardo. Per il resto mi sembra al passo con gli altri bimbi. Ha imparato a rotolare, tiene su bene la testa da solo in posizione di tummy time e
sempre in questa posizione, ogni giorno sempre di più, riesce a spingersi avanti per raggiungere i suoi giochi. Ancora non sta seduto, ma molti suoi
coetanei ancora non riescono a sostenersi completamente da soli come lui. In base a queste cose, si può già capire se presenta problematiche?
Vorrei aggiungere che in famiglia è presente un bambino di 5 anni autistico, figlio di mio fratello maggiore.

Angela Raimo
Angela Raimo

Gentile Martina, mi perdoni ma mi viene il dubbio che lei non abbia idea delle tappe evolutive che percorrono i bambini né della differenza tra reazioni anomale e reazioni del tutto normale. Forse è la prima volta che si trova a contatto con un lattante (i bambini sono definiti neonati dalla nascita fino al 30mo giorno di vita) e questo giustificherebbe almeno in parte i suoi dubbi. Non c’è bambino che non trasalisca se gli si soffia sul viso, a maggior ragione se viene investito da un flusso d’aria. Del resto anche a noi adulti non fa molto piacere il rumore del fon e meno che mai essere colpiti in faccia dal suo getto. Mi preoccuperei di più se non si impaurisse, non per il contrario. Lei dice che il bambino in alcuni momenti chiacchiera con le persone: non è chiaro cosa intende dire, comunque direi che sia più ragionevole attendersi che la confusione e la troppa gente attorno lo infastidiscano, come di fatto accade. Se lei avesse scritto questa lettera senza specificare l’età di suo figlio avrei pensato che stesse parlando di un bambino di due-tre anni. Suo figlio non ha neppure sei mesi, non comprendo cosa pretende, quali aspettative nutra, che cosa si attende che faccia o non faccia. Sono convinta che tutto il suo timore sia giustificato dal fatto che in famiglia c’è un caso di autismo, tuttavia proprio per questo penso che le potrebbe essere utile rivolgersi a una psicoterapeuta che possa darle una mano a gestire i suoi stati d’animo, che le permetta di evitare di intravedere nel suo bambino problemi che non esistono. Questo potrebbe davvero essere importante per permetterle di godere appieno la sua maternità e, allo stesso tempo, di crescere il suo bambino senza ansia, senza lasciare spazio a paure che non hanno motivo di esistere. Mi scriva ancora, se lo desidera. Cari saluti.

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