Sono in crisi con mio figlio di 14 anni. Confesso solo qui il mio pensiero. Lo vedo troppo superficiale. È vero che da adolescenti è tutto più difficile, ma così… Molto carino, piace da sempre alle ragazzine. Lui le prende e le lascia senza problemi, anche via cellulare, senza preoccuparsene. Un giorno dice “ti amo” a una, il giorno dopo anche a un’altra, come fosse la cosa più normale del mondo. Attento al vestirsi, alla forma fisica, ai beni di lusso che agogna, è sempre concentrato solo su se stesso… A questa età, è ancora possibile che cambi? Come faccio a fargli capire, per esempio, che quella ragazzina che gli sta mandando tanti messaggi disperati sta veramente soffrendo? Non so proprio come fare. Scusate lo sfogo.
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Luisa Vaselli
Cara mamma,
un adolescente è un piccolo extra terrestre. Quando attraversano questo periodo della vita, i nostri figli diventano sconosciuti. Anche se esternamente non traspare, in questa fase ragazzi e ragazze sono alla ricerca di quello che sono, della loro identità e questo spiega perché sono così concentrati su se stessi, spesso al punto da apparire insensibili e sordi in relazione ai sentimenti altrui.
Va poi detto, che in questa nostra società dove quello che più conta è l'”apparire” non stupisce che un adolescente sia interessato soprattutto all’immagine, a quello che “si vede”. In particolare, a quello che vede il gruppo dei pari, da cui l’adolescente cerca di essere accettato, costi quel che costi, e non di rado la possibilità di essere accolto nel gruppo è condizionata da quello che si indossa. Ma c’è di più: in questo nostro secolo caratterizzato dalle applicazioni “sociali”, paradossalmente i ragazzi sono spesso terribilmente soli, perché anche tra coetanei i legami tendono a essere fragili proprio per via della mediazione del cellulare, che rappresenta sia uno scudo sia un’arma d’attacco. Si sa infatti che attraverso uno schermo, gli adolescenti riescono a dire (o a fare) cose che nella vita reale non oserebbero né dire né fare. Del resto è più facile offendere, ferire, far soffrire usando una macchina che viso a viso. Al riguardo, in passato ci sono stati studi che hanno evidenziato quanto sia più facile infliggere punizioni a qualcuno che non si ha davanti agli occhi. Aggiungo che per un adolescente o è tutto bianco o tutto nero, non esistono sfumature, e le passioni tipiche di questa età possono essere forti e intense, ma allo stesso tempo di brevissima durata. So cosa prova: ha l’impressione che’educazione che suo figlio ha ricevuto non abbia lasciato in lui alcuna traccia, ma non è vero. Di solito gli atteggiamenti respingenti, o provocatori o francamente inaccettabili vengono riservati alla famiglia, ma non assunti con gli altri, a dimostrazione del fatto che quanto insegnato – la distinzione tra il Bene e il Male soprattutto – non è andato perduto. Cara mamma, lei dice che il suo ragazzino è superficiale, ma non lo siamo stati anche noi? La maggior parte degli adulti a questa domanda risponde di sì. Anche noi, per farci accettare dovevamo indossare una “divisa”, che variava in base al gruppo di appartenenza: i paninari e gli sfattoni, tanto per citarne due del passato di cui i più si ricordano. E chi era nel gruppo dei “firmati” doveva giocoforza indossare capi griffati per poterci rimanere senza essere discriminato e allontanato. Credo, cara signora, che tutto si aggiusterà col tempo, ma intanto lei può ricorrere a un’arma potentissima: il dialogo. Parli a suo figlio in modo pacato, senza muovere accuse né rimproveri, solo per ricordagli alcuni fondamenti della vita di relazione. Può dirgli, per esempio, a proposito delle ragazzine che lascia: “Capisco che tu non sia più innamorato, sei giovane ed è giusto che tu ti diverta, ma se hai deciso di chiudere con lei, prova a farlo di persona, perché con un sms non è gentile e potrebbe renderla ancora più triste”. Si può poi aggiungere: “Ti sarebbe piaciuto se fosse accaduto a te? Come ti saresti sentito? Il mio è solo un consiglio, poi agisci come ti sembra più giusto”. Permettiamo, cioè, ai figli di esercitare la facoltà di scegliere, dopo averli aiutati a vedere “come sarebbe meglio agire”, anche alla luce del fatto che durante l’adolescenza è difficile farsi ascoltare, anzi si rischia di ottenere il contrario di quello che si vorrebbe esercitando troppa pressione. Tornando alla questione dell’immagine che tanto a cuore sta a suo figlio, non abbia paura, a mano a mano che crescerà e acquisirà sicurezza in altri ambiti non le attribuirà più tutta questa importanza. Per favorire il processo, lo lodi ogni volta che prende un bel voto, che contribuisce a un buon risultato di squadra nello sport, che si impegna per aiutare qualcuno. Il messaggio da trasmettere è: non sei solo bello, ma anche intelligente e generoso e simpatico ed è poi questo che conta più di tutto. Nonostante gli atteggiamenti spavaldi, gli adolescenti hanno ancora bisogno di mamma e papà, ma mamma e papà per aiutarli devono muoversi in punta di piedi. Per finire, non dimentichi che spesso dietro a certe intemperanze c’è la sofferenza legata alla fatica di diventare grandi, non sempre facile da individuare con esattezza dall’esterno, anche se si è genitori attenti e sensibili. Affronti dunque con pazienza e serenità questa tappa della vita di suo figlio, nella certezza che dietro la scorza, a volte spiazzante, che mostra ora c’è il figlio che lei ha cresciuto. Mi scriva ancora, se lo desidera. Con cordialità.
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