Gemellini (un po’) ribelli

Dottoressa Luisa Vaselli A cura di Dottoressa Luisa Vaselli Pubblicato il 20/01/2018 Aggiornato il 01/08/2018

Nei primi anni di vita i bambini sono puro istinto, quindi quando vogliono fare una cosa possono non sentire ragioni, se viene loro impedito. Ma il modo per gestirli bene, assicurando loro equilibrio e serenità esiste.

Una domanda di: Rosalia
Buongiorno, sono una mamma di due gemellini di appena un anno, un maschietto e una femminuccia. I miei piccoli purtroppo reagiscono ai no sbattendo la testa o per terra o sul muro rischiando di farsi male. Questo succede in particolare quando non vogliono fare la pappa, hanno sonno o gli viene impedito di fare qualcosa. Come possiamo comportarci? E soprattutto perché si comportano in questo modo? Grazie e buon lavoro.

Luisa Vaselli
Luisa Vaselli

Salve,
bisogna tenere presente che in questo periodo i bambini sono in una fase prettamente egocentrica e legata all’istinto. Non c’è nessun bambino che accetti di buon grado il no come risposta.
I dati in mio possesso sono pochi, come reagite voi alle loro bizze? Cosa dite loro? Quindi mi atterrò a un discorso abbastanza generico.
Posso solo dire che, per conformazione psicologica, un bambino in questa fase è puro istinto, se voglio una cosa la devo avere, se voglio fare una cosa la faccio.
Noi genitori dobbiamo valutare la capacità di risposta dei nostri figli. Questa capacità è molto legata al loro lato emotivo. Bisogna valutare bene il loro grado di stanchezza. Ad esempio, se mi rendo conto che alle 13 sono stanchi e mangiare diventa una lotta è necessario spostare l’ora della pappa. Quindi prima di mangiare possono fare un sonnellino oppure si può anticipare l’ora del pranzo.
Non bisogna MAI dire ai nostri figli se non fai quello che ti dico sei cattivo, ma: “ Questa è la regola ( non io ti impongo, ma una regola alla quale mi devo piegare anche io; quindi io non sono quello cattivo, ma solo un portavoce), mi dispiace, ti capisco, non vorresti fare la pappa perché hai cose più importanti da fare” Criticare il comportamento : Ti capisco, ma questo comportamento non mi piace”. Quindi tu non sei cattivo, ma hai un comportamento che non mi piace.
Nel caso dei suoi figli, probabilmente hanno capito che con certi comportamenti ottengono dei risultati. Il fatto di spaventarvi può farvi fare un’inversione di marcia, in questo caso basta una sola volta in cui avete ceduto che i giochi sono fatti.
Voi siete i genitori e nessuno meglio di voi conosce il lato emotivo dei vostri figli. Se vi fermate a pensare sapete già il perché del loro comportamento. La cosa che spesso spiazza i nostri cuccioli è qualcuno che comprende le loro emozioni e le verbalizza.
Ad esempio stanno giocando ed è l’ora della pappa. Sicuramente per loro è molto più divertente giocare. Cosa posso fare io genitore? Semplicemente dire (dopo la bizza, perché durante il capriccio non ascoltano): “Ti capisco, hai cose più importanti da fare! Purtroppo ora la regola dice che bisogna mangiare! Mi dispiace”
Mantenere con fermezza la nostra posizione, cercando di non farci prendere noi stessi dalla paura e dall’emozione.
Comprendo che è molto difficile, sono mamma anche io e so che certi atteggiamenti dei bambini possono essere destabilizzanti.
Cercate quando è possibile di non arrivare al punto massimo della loro stanchezza, lodandoli ogni volta che accettano le regole, con frasi del tipo: “ Sono orgogliosa di te che sei venuto a tavola appena ti ho chiamato” o “Sono felice che mi hai ascoltata” Mai mettere nelle frasi un giudizio tipo: “ Sei stata brava o sei stato buono” o peggio ancora:” Non mi piaci perché hai fatto i capricci!”” Questi sono giudizi sulla persona e non sul comportamento. Loro sono buoni o bravi a prescindere, è il loro comportamento, non loro ad essere sbagliati.
I bambini si ribellano ai no per sincerarsi della loro autonomia, per capire fino a che punto si possono spingere. La routine è ciò che in questo periodo è fondamentale, perché crea sicurezza di ciò che potrà accadere, quindi cercare di mantenere dove è possibile situazioni routinarie.
Spiegare i nostri no è fondamentale.
Dare loro una possibilità di scelta all’interno della regola, ad esempio: “E’ l’ora della pappa, dove vuoi mangiare in cucina o in sala?” E’ l’ora della pappa è la regola alla quale non si transige, ma tu puoi scegliere dove mangiare
Concludendo:
Verbalizzare le loro emozioni, dando loro il giusto nome (sei arrabbiato, ti senti stanco, vorresti fare altro)
Dare loro una possibilità di scelta all’interno di una regola ferrea
Dire no ai figli è un messaggio d’amore, non sentitevi in colpa, la loro rabbia “giustificata” (pensate ad un no del vostro datore di lavoro quanto può essere irritante) passerà, ma se mantenete dei limiti oltre i quali non possono andare farete soltanto il loro bene, hanno bisogno di questi limiti per prendere coscienza che non sono onnipotenti.

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